Il riscatto agevolato della laurea, tanto atteso e bramato, si amplia, a patto però che la pensione venga calcolata tramite il sistema contributivo.
Che cos’è il riscatto agevolato della laurea?
Il riscatto agevolato della laurea, di cui si sente parlare da giorni, è semplicemente la conversione degli anni universitari e quindi di studio, convertiti in anni utili, che sommati ai contributi di anzianità e di lavoro, consentono di andare prima in pensione.
Naturalmente per essere valido, è necessario conseguire la laurea, o un titolo equivalente e soprattutto non aver lavorato durante gli anni di studio; l’assicurazione lavorativa, infatti, annullerebbe la conversione degli anni di studio ai fini pensionistici.
Ora, dopo dubbi e riforme varie, finalmente l’INPS, ha chiarito, con la circolare numero 6 del 22 gennaio 2020, una situazione sulla quale gli interrogativi erano molti. Attualmente infatti, è possibile andare in pensione prima, con quello che è stato definito un “riscatto low cost”, quindi, riscattando gli anni universitari, e versando un contributo annuale agevolato, che ammonta a circa 5.260 euro. Ricordiamo però che la circolare emessa dall’INPS, chiarisce anche, che per ottenere il riscatto agevolato della laurea, l’età anagrafica non è più fissata a quarantacinque anni, e dunque, amplia i propri orizzonti anche a quanti hanno intrapreso un’attività lavorativa prima del 1996.
Dunque, i neolaureati, gli inattivi o i disoccupati (che hanno però conseguito la laurea) potranno richiedere il riscatto agevolato, iscrivendosi ad una delle gestioni previste dall’INPS, e con almeno qualche contributo versato. Ovviamente il riscatto prenderà in considerazione esclusivamente gli anni rientranti nel corso di studi, e non eventuali “fuori corso”, che saranno esclusi dal conteggio.
Cosa cambia con il nuovo decreto?
Con la nuova circolare emessa dall’INPS, e con il decreto fortemente voluto da M5S, PD, e Forza Italia, una persona che ha studiato in un determinato arco temporale, ad esempio, dal 1995 al 1999, ha la possibilità di riscattare tutti e quattro gli anni universitari, purchè scelga il sistema contributivo. La legge precedente, prevedeva invece, che degli anni di studio, venissero conteggiati solo gli ultimi due, annullando (dal punto di vista prettamente economico) i restanti.
Una novità estremamente interessante dal punto di vista economico, soprattutto per le tante persone che negli ultimi mesi hanno raggiunto la tanto attesa pensione.