L’Italia è protagonista di un rincaro che riguarda tutti i settori, in particolare quello dell’energia, con il prezzo di luce, gas e carburante che schizza alle stelle. Imprenditori e ristoratori sono in crisi mentre le famiglie italiane chiedono a gran voce l’intervento del governo. Ebbene, sarebbero in arrivo alcune misure: sul tavolo del governo ci sarebbe un nuovo decreto rivolto, però, solo ad alcune categorie. Potrebbero discuterne il 10 febbraio.
L’intervento sarà mirato a categorie ben precise della popolazione: gli sconti in bolletta saranno per famiglie povere e piccole e medie imprese. Il fondo dovrebbe coprire il rincaro nel secondo trimestre di quest’anno.
il sottosegretario al Mef Federico Freni della Lega, in un’intervista al Corriere della Sera ha dichiarato: “Il caro energia è il tema che, più di tutti, sta impegnando le riflessioni e il lavoro del governo. Ai quasi 5 miliardi stanziati per il primo trimestre si aggiungerà certamente un ulteriore intervento nelle prossime settimane: un importo adeguato per garantire sostegno a imprese e famiglie“. Lo dice, sottolineando che si parla “certamente non meno di cinque miliardi, ragionevolmente almeno sette“.
“Abbiamo bisogno di una nuova politica energetica – dice – che, in coerenza con gli indirizzi dell’Unione Europea, apra finalmente anche al nucleare di ultima generazione. Senza autosufficienza energetica siamo destinati a restare ostaggio di eventi geopolitici di difficile governabilità“.
Giovanni Bort, presidente di Confcommercio Trentino, in merito al rincaro dei costi energetici ha dichiarato: “Se il governo non metterà in campo dei ristori adeguati e non riuscirà ad intervenire per calmierare i prezzi delle merci, l’80 per cento delle imprese chiuderanno“.
Per il presidente di Federmeccanica, Federico Visentin, intervistato dal Sole 24 Ore sul caro energia, “il rischio concreto è quello di uscire dal mercato e di questo passo, se non si interviene, qualche azienda salterà“. Al governo chiede più coraggio: la riduzione degli oneri di sistema può rappresentare un primo passo ma non risolutivo, “poi, una volta tamponata l’emergenza, sarà determinante un piano di medio termine per evitare il ripetersi di questo fenomeno, dobbiamo trovare il modo di non di pendere troppo da un solo fornitore estero, investendo e diversificando“.