Il rientro a scuola è graduale in ogni regione, e anche in Campania, gli studenti delle superiori attendono speranzosi, tra proteste e manifestazioni.
Scuola: ipotesi di rientro per il primo ciclo
Lo scorso 18 gennaio, sono rientrate in presenza le classi terze delle elementari. Lunedì 25 dovrebbe essere il turno delle quinte elementari, mentre per medie e superiori è ancora tutto incerto.
Per quanto riguarda la Campania, zona gialla, è stato depositato al Tar un ricorso nei confronti della Regione, per mezzo del quale si chiede la riapertura delle scuole del primo ciclo.
Il ricorso, avanzato lunedì, è sostenuto anche da psichiatri infantili e psicologi campani.
La didattica a distanza ed il distanziamento sociale hanno causato notevoli problemi comportamentali a molti bambini, alcuni dei quali, in procinto di frequentare la prima elementare, non hanno mai incontrato né maestre, né compagni di classe fino a poche settimane fa.
Ricordiamo che il passaggio dalla scuola dell’infanzia alle elementari, è particolarmente importante, sia dal punto di vista formativo, sia socialmente, così come spiegano psicologi e maestre.
I mesi di chiusura forzata, dovuti alla pandemia, non hanno giovato a nessuno, e ovviamente a farne le spese sono stati soprattutto i più piccoli. Stesso discorso anche per i ragazzi del primo ciclo scolastico, ossia delle scuole superiori, che si dividono tra quanti chiedono a gran voce di rientrare in presenza, e quanti invece credono che la soluzione migliore sia continuare con la didattica a distanza.
A tal proposito, le manifestazioni degli studenti delle scuole superiori da Nord a Sud, hanno dato vita al movimento denominato #SchoolsForFuture e altre iniziative analoghe, attraverso le quali si chiede il rientro a scuola dopo mesi.
Campania: presentato ricorso al Tar contro la Regione
Per quanto concerne il ricorso al Tar presentato in Campania, i promotori dell’iniziativa legale evidenziano che: “Anche l’ultimo lavoro dell’Istituto Superiore della Sanità e il parere del Cts vanno nella direzione sostenuta da tempo da quanti partecipano all’iniziativa; non ci sono evidenze scientifiche che la chiusura delle scuole contenga la diffusione del virus e inoltre, tenere le scuole chiuse incide drammaticamente sulla salute psico-fisica e, conseguentemente, sul futuro degli studenti e della comunità tutta“.
È bene ricordare che le scuole superiori possono tornare in presenza nella misura del 50% e fino al 75%, così come è stato previsto dal Dpcm del 14 gennaio.
Complessivamente, nelle ultime settimane, in Italia, 4 dei circa 8 milioni di studenti italiani, sono a casa.
Dunque, l’ipotesi di riapertura il prossimo 25 gennaio, resta ancora oggi solo una probabilità.
Sicuramente in tutta Italia, si lavora affinché le aule siano sicure, riducendo il rischio di contagio, nonostante la curva epidemica di diverse regioni continui a crescere, anziché appiattirsi.
Intervenuta sulla questione la Ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina, che ha provato a placare i toni: “Lavoriamo per evitare che siano gli studenti a pagare conseguenze troppo alte a causa di questa emergenza. Possiamo farcela, collaborando fra Istituzioni. Con il dialogo e il reciproco impegno abbiamo evitato la chiusura delle scuole. Questo è fare politica. Questo è avere senso dello Stato e pensare al bene dei nostri ragazzi”.
Non resta altro da fare che attendere per capire come evolverà la questione e se finalmente anche i ragazzi delle superiori potranno rientrare in classe dopo mesi di didattica a distanza.