In periodo pre natalizio si sente spesso parlare, specie sui gruppi WhatsApp delle mamme, di possibili regali ai docenti.
Un’ usanza quella di un piccolo dono in uso specie per la scuola di infanzia e della primaria, ma vietata dalla normativa scolastica.
Il gesto, per quanto dettato dalle più nobili intenzioni, non può essere accolto dal docente che rischia anche sanzioni gravi.
Regali ai docenti: cosa dice la norma
Il decreto del 28 novembre 2000 del Ministero per la Funzione Pubblica, in merito al Codice di comportamento dei dipendenti delle pubbliche amministrazioni, all’articolo 3 (Regali e altre utilità) dedica uno spazio apposito:
1) Il dipendente non chiede, per sé o per altri, né accetta, neanche in occasione di festività, regali o altre utilità salvo quelli d’uso di modico valore, da soggetti che abbiano tratto o comunque possano trarre benefici da decisioni o attività inerenti all’ufficio.
2) Il dipendente non chiede, per sé o per altri, né accetta, regali o altre utilità da un subordinato o da suoi parenti entro il quarto grado. Il dipendente non offre regali o altre utilità ad un sovraordinato o a suoi parenti entro il quarto grado, o conviventi, salvo quelli d’uso di modico valore.
Per modico valore si intende regali che non superino il valore di 150 euro.
Questo quindi esclude dalla pena piccoli oggetti simbolici, ma resta comunque il fatto che si corra il rischio di serie sanzioni.
Possibili sanzioni
Se si richiede o accetta un regalo superiore al valore di 150 euro si può incorrere in una multa o sanzione pecuniaria o la sospensione dal servizio. Uguale pena se il dirigente ha omesso vigilanza.
La pena si inasprisce se il regalo è ricevuto a titolo di corrispettivo per attività dovuta. In questo caso si va dalla sospensione dal servizio da 3 a 6 anni, fino al licenziamento.