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Rampelli, un microfono resta aperto: “Chiudilo subito”

La chiamata dei senatori per la sesta votazione per eleggere il presidente della Repubblica si è conclusa. Il momento di grande rilevanza, si trasforma in una situazione a dir poco imbarazzante. A Montecitorio è disposta una breve sospensione. Ma, subito dopo l’annuncio fatto da Fabio Rampelli, che ha dato il via alla sesta votazione al posto dei presidenti di Camera e Senato, Roberto Fico e Maria Elisabetta Alberti Casellati, i microfoni restano aperti. Da lì è seguito un imprevisto molto particolare, un attimo di puro imbarazzo per le parole che hanno riempito l’aula, in maniera del tutto inaspettata.

Rampelli, l’inattesa dichiarazione arriva come un fulmine a ciel sereno

“Vado a fare la pipì”, si sente dire distintamente, nel fuorionda del politico di fratelli d’Italia, che riprende immediatamente il collega vicino a lui. Nello specifico gli avrebbe detto: “Spegni il microfono”, il collega in questione, subito dopo la richiesta, si sarebbe precipitato a soccorrere Rampelli. Poi tutto accade velocemente: l’audio si fa confuso e si interrompe, proprio come il segnale video.

Le parole del politico: un momento davvero imbarazzante

Una situazione particolare, un imprevisto davvero imbarazzante, che si iscrive all’interno di una situazione politica, contrassegnata da grande confusione. L’evento mina profondamente la serietà della situazione e causa scoppi di ilarità tra i presenti, increduli davanti alle parole di Rampelli; proferite con la spontaneità di chi non crede di essere ascoltato.

Subito dopo la dichiarazione, nel quale nell’aula scende un silenzio totale, nessuno proferisce parola; inevitabilmente, la serietà e la solennità di un momento istituzionale per definizione, perdono la loro importanza ed, in qualche modo, anche la loro credibilità.

La chiamata dei senatori per la sesta votazione per eleggere il presidente della Repubblica, si conclude così: con tanto sconcerto, qualche scoppio di ilarità e un silenzio colmo di imbarazzo, che regna assoluto.