Dmytro Trembach, 53 anni, è stato sottoposto a fermo la scorsa settimana con l’accusa di aver ucciso la sua compagna, morta carbonizzata in un incendio. La ragazza, Anastasiia Bondarenko, 23 anni, è morta in un incendio nel suo appartamento al centro di Napoli.
La donna condivideva l’appartamento con altre cinque persone: sua figlia è riuscita a salvarsi, trascinata all’esterno dalle coinquiline. L’incendio è scoppiato nell’appartamento a Borgo Sant’Antonio lo scorso 10 marzo. A causa di alcune svolte, il gip di Nola ha confermato il fermo nei confronti di Dmytro.
Secondo le prime ricostruzioni, il fuoco avrebbe sbarrato la strada di Anastasiia, impedendole di raggiungere l’uscita. La prima ipotesi presa la vaglio dalle forze dell’ordine sosteneva che l’incendio fosse scoppiato a causa di una stufa difettosa e che, quindi, si trattasse di un incidente domestico. Le indagini, però, sostengono una storia diversa.
Ragazza 23enne morta carbonizzata a Napoli: confermato il fermo per il suo compagno
Grazie ad i sopralluoghi dei Vigili del Fuoco si è ipotizzato che il fuoco sia stato appiccato volontariamente da qualcuno. Il primo sospettato dalle forze dell’ordine è stato proprio Dmytro Trembach, a causa delle testimonianze delle coinquiline.
Le donne hanno raccontato che ultimamente la coppia aveva avuto dei problemi e che lei avesse deciso di lasciare il 53enne. La decisione della ragazza avrebbe causato forti tensioni tra i due che, poi, sono scoppiate anche in accesi litigi.
L’uomo continua a negare di aver avuto una relazione con la ragazza morta carbonizzata nel suo appartamento. Sulle sue mani, però, sono state trovate ustioni: una grave prova indiziaria che ha portato alla conferma del fermo nei suoi confronti.