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Raddoppio dei ricoveri: previsioni Covid

Raddoppio dei ricoveri previsto a breve: l’allarme dall’Aaroi (Associazione rianimatori anestesisti ospedalieri) arriva forte e chiaro. Il presidente Alessandro Vergallo comunica quali sarebbero le prospettive, nel caso non si decidesse di rimediare all’incombente avanzamento del virus.

È previsto un raddoppio dei ricoveri ospedalieri. Le terapie intensive sono sotto pressione già da tempo. È stata superata la soglia limite, del 30%, di posti letto occupati per i malati di Covid-19. La crisi si sta manifestando a livello macro, coinvolgendo tutto il sistema sanitario. Gli ospedali sono continuamente sotto pressione e sempre più saturi. Tra l’altro la Medicina del territorio, che comprende 50mila medici di base, non sta dando frutti.

Per fronteggiare al meglio questa situazione, ormai al limite, l’unica soluzione plausibile è quella di proporre nuovamente un lockdown nazionale. Gli effetti positivi, in tal caso, non potrebbero essere immediati (in quanto sarebbe necessaria comunque una decina di giorni), però il contagio verrebbe frenato in meno di due settimane. Fino ad adesso, al contrario, siamo andati incontro a un raddoppio dei casi ogni 10 giorni circa.

È stato stesso il presidente della Federazione nazionale degli ordini dei medici (Fnomceo), Filippo Anelli, a richiedere un intervento di questa portata per poter risolvere l’emergenza epidemica. Ha reso, poi, partecipi del fatto che anche il Ministro della Salute, Roberto Speranza, sia preoccupato e d’accordo a trovare una soluzione politica da poter far applicare al premier Conte.

I dati dell’Agenzia per i servizi sanitari regionali (Agenas), in continuo aggiornamento, fanno capire che il numero di posti letto occupati da pazienti malati di Covid ha raggiunto – a livello nazionale – il 49% del totale di quelli disponibili. Ben 11 regioni superano questo valore, creando difficoltà molto serie, poiché il resto dei posti dovrebbe essere riservato a coloro che soffrono di altre patologie.

Anche l’Ordine dei Medici di Firenze si unisce all’appello della Federazione Nazionale, affermando che, senza una chiusura generalizzata, rischiamo il collasso del sistema.