Quando una persona vicino a noi, ci dà un consiglio e questo non è richiesto, che siamo tentati a fare? Lo ascoltiamo. E se nell’eseguirlo non va come sperato, di chi sarà la colpa?
Questo ci fa capire dove, troppo spesso, poniamo la nostra responsabilità.
Spostiamo, ora il campo d’azione: a scuola, a casa ed al lavoro: qui il consiglio diventa un ordine!
Cosa succederà? A scuola, non daremo il massimo impegno nel compito che ci è stato assegnato; a casa, lo faremo per accontentare i nostri genitori, mentre al lavoro lo eseguiremo solo perché non vogliamo perdere il nostro lavoro.
Questo comportamento, con il tempo, diventerà un circolo vizioso. Quindi che fare? Possiamo uscirne? E se sì come ?
Avere noi la scelta: solo così ci assumeremo la responsabilità delle nostre azioni e ci sentiremo più motivati a svolgere il nostro compito.
“Puoi far correre un uomo, ma non puoi farlo correre più veloce”.
In Inghilterra tutti gli anni si svolge un’esibizione della Marina Britannica Reale: la Field Gun competition. Essa consiste nello smantellare e trascinare un antico cannone attraverso un percorso ad ostacoli. La gara, composta da squadre di sedici marinai, richiede un grande sforzo fisico con enormi rischi di infortuni. Fino ad allora avevano usato per gli allenamenti l’uso del pugno di ferro (leadership autocratica).
Era il 1990 e l’allenatore Mr. Joe Gough, dopo aver partecipato ad un corso di Coaching decise di cambiare metodo di allenamento, ottenendo dei risultati sorprendenti.
Quell’anno la sua squadra vinse e segnò anche 5 record e tutto facendo il 30% di giri di prova in meno rispetto agli anni passati.
Nell’intervista che rilasciò Mr. Joe disse: “prima eravamo un cervello e sedici corpi, questa volta eravamo diciassette cervelli”.
Il nuovo metodo basato sul Coaching, utilizzato quell’anno da Mr. Joe ci fu spiegato dai suoi uomini, i quali dissero: “Ci siamo sentiti trattati da uomini e non soldati che eseguono gli ordini. E’ stata la prima volta che qualcuno ci ha chiesto un’opinione e ci ha ascoltato. ”
“Quando Joe ci diceva ci chiedeva se volessimo fare un altro giro di prova, nel caso gli dicevamo no, sentivamo di dovergli un favore. Così il giorno dopo eravamo più grintosi ed energici: da parte nostra c’era più impegno.”
“Infine, quando Mr. Joe negli allentamenti propose un altro giro, il preparatore atletico disse che non erano in grado perché troppo stanchi. Così Mr. Je accettò la decisione del suo collega e senza controbattere, aveva ammesso i suoi errori e questo ci mise nella posizione di ammettere i nostri. Si era creato uno spirito di collaborazione e sincerità”
Il metodo utilizzato da Mr. Joe fece ottenere più risultati senza dare ordini e spaventare.
I principi del Team Coaching, valgono come quelli del Coaching individuale, con una sola differenza: nel Team, è solo lavorando insieme ed in armonia per un obiettivo comune che si ottengono i risultati.
Quando scegliamo, impariamo la capacità di autogestirci, e non significa venire meno al compito, al contrario una volta che ne siamo consapevoli, l’impegno sarà più forte e duraturo, perché il Coaching riconosce il valore delle persone considerando soprattutto i valori mentali ed emotivi.
Ed ora veniamo a noi: Vuoi correre più veloce? A te la scelta.