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Primo Maggio: tra storia della Festa e polemiche

La Festa dei Lavoratori, meno conosciuta col nome di Festa del Lavoro, è ricorrenza festiva in cui vengono celebrati i diritti di tutti gli “occupati” sul luogo di impiego.

Oggi, primo Maggio, si ricordano, oltre all’evento in sé, i 130 anni trascorsi da quel giorno, nel lontano 1889 anno in cui anche in Italia, così come in tutto il Vecchio Continente, i lavoratori poterono bearsi di questa giornata di riposo ma che porta con sé una lunga scia storica.

Tutto cominciò quando nel 1867 a Chicago, Illinois, USA, venne organizzato un clamoroso sciopero che portò gli operai dell’azienda agricola situata nel quartiere di Haymarket a ribellarsi in quanto il salario percepito era insufficiente tenendo conto inoltre dell’orario lavorativo disumano (considerando che costoro potevano beneficiare esclusivamente della Domenica come giorno di riposo).

I fatti di Chicago seminarono una scia di sangue dovuta agli scontri serrati con la Polizia che aveva sparato sulla folla inferocita ma comunque inerme. Il risultato raggiunto dagli operai americani fu piuttosto significativo: riduzione dell’orario lavorativo per un monte di 8 giornaliere.

Quella che può sembrare apparentemente una piccola conquista fu in realtà il monito per iniziare ferventi battaglie sindacali che condussero gli USA prima e l’Europa poi a garantire ai lavoratori condizioni migliori e in taluni casi ottimali.

Il primo Maggio del 1867 è dunque la data in cui vennero ratificati gli accordi tra il datore di lavoro e i suoi dipendenti e ad oggi la riduzione del monte ore è l’emblema di questa significativa festività.

Tuttavia solo nel 1889 a Parigi, durante la riunione dei delegati socialisti della Seconda Internazionale, vennero riconosciuti per la prima volta i diritti dei lavoratori nel Vecchio Continente ed istituito la Festa dei Lavoratori nella stessa data concordata con gli USA.

In Italia però non solo la ratifica dovette attendere 2 anni, quindi ufficialmente è il 1991 l’anno di istituzione della Festa, ma durante il ventennio fascista i festeggiamenti vennero anticipati in data 21 Aprile, per celebrare la ricorrenza laica del Natale di Roma.

In questo clima di giubilo generale il segretario generale della CGIL, Maurizio Landini, si è scagliato contro il discusso premier Matteo Salvini.

“In Italia la Festa dei Lavoratori non deve essere solamente un giorno di riposo dalle fatiche dei rispettivi impieghi ma deve essere anche un spazio di riflessione circa le condizioni in cui tristemente versano molti operai”-così Landini che poi sferra un attacco silente al leader leghista- “la sicurezza che pretendiamo non si fa con leggi che ci consentono di armarci e di difenderci, ma si realizza programmando un piano per annullare il rischio di morire sul lavoro”.

Il chiaro riferimento è quello alla recentissima nuova legge sulla legittima difesa tanto voluta dal leader “verde” e chiacchieratissima sia dai media che all’interno delle stanze governative, ove più di un dubbio è stato instillato perfino nella testa del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella che si definì “preoccupato” e “stranito” rispetto a quattro o cinque articoli della legge sopracitata.