È nato in questi giorni un nuovo premio teatrale che coniuga bene l’amore per il teatro e una grande sensibilità civile. Si tratta del Premio Maurizio Costanzo, istituito in onore del celebre giornalista e conduttore televisivo di cui il premio porta il nome. Un tema importante per Maurizio Costanzo era proprio il discorso sulle carceri, un mondo molto diverso rispetto alla nostra quotidianità ed è proprio per questo motivo che il premio si rivolge solo ai detenuti di tutti gli istituti penitenziari di Italia. Questo premio è anche il primo progetto portato avanti dalla “Associazione Maurizio Costanzo”, un’iniziativa benefica che nasce dalle idee dei figli di Costanzo: Camila, Saverio e Gabriele. Hanno collaborato con loro anche alcuni amici e collaboratori più stretti di Costanzo.
Le parole di Camilla Costanzo
Camilla Costanzo in quest’occasione ha anche espresso il motivo che ha spinto lei e i suoi fratelli a creare quest’associazione: “con i miei fratelli e altre persone amiche abbiamo deciso di dar vita a questa associazione perché siamo convinti che papà sia stato un patrimonio di tutti e vogliamo portare avanti le sue battaglie civili”.
Il premio Maurizio Costanzo e chi potrà partecipare
L’iniziativa nasce proprio da questo proposito, nonché dalla collaborazione con il teatro Parioli. A raccontare le storie saranno proprio i detenuti: ogni compagnia teatrale degli istituti carcerari potrà presentare uno o più spettacoli, mentre i lavori saranno valutati da una giuria di esperti a capo della quale ci sarà Pino Strabioli, regista teatrale e conduttore. Inoltre il 20 maggio l’opera vincitrice sarà rappresentata al teatro Parioli. L’accordo per la creazione del progetto è stato firmato da Andrea Delmastro Delle Vedove, sottosegretario della giustizia e Giovanni Russo, capo del Dap. “Costanzo, oltre che uomo di profonda cultura, mai ostentata, era uomo di grande equilibrio che tuttavia– aggiunge Delmastro- sapeva che con la mafia non doveva esserci equilibrio, tanto che decise di puntarci contro in modo frontale, con un coraggio straordinario”.
In Italia le carceri sono 191, mentre i laboratori teatrali e le compagnie sono rispettivamente 150 e 120 compagnie. Accanto ai detenuti che reciteranno, ce ne saranno molti altri per i lavori di scenografia, trucco e costumi. Il teatro può essere uno strumento di “redenzione” e riscatto sociale affinché i detenuti non ricadano nelle mani della criminalità, allontanandosi così dallo “stereotipo criminale” in cui hanno vissuto.