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Pompei, anniversario social per il sito archeologico

L’anniversario dell’eruzione del Vesuvio che rase al suolo Pompei viene ricordato oggi sui social del Parco archeologico, grazie ad una sequenza d’immagini fortemente evocative e il racconto di Plinio il Giovane: proprio l’analisi filologica della sua lettera a Tacito ha permesso di fissare convenzionalmente il 24 agosto come data del tragico evento che portò alla devastazione di tutta l’area intorno al vulcano.

I canali social del Parco, in continua crescita di numeri ed interazione, rappresentano – si sottolinea in una nota – la piattaforma principale per la promozione e la quotidiana comunicazione di notizie e curiosità che riguardano Pompei e i siti vesuviani di Oplontis, Stabiae e Boscoreale, luoghi che oggi, a centinaia di anni dalla loro scoperta, ancora riservano importantissime novità grazie ai recenti e sensazionali rinvenimenti che continuano ad affiorare dai lapilli di quella tragica eruzione“.

Per ricordare quel terribile giorno, i social network del Parco archeologico, hanno fatto rivivere ai propri utenti, quegli attimi di devastazione, l’eruzione stessa che portò alla distruzione dell’area.

D’altronde, in un’epoca fortemente tecnologica, come questa nella quale viviamo, la tecnologia rappresenta il fulcro dell’azione comunicativa. Infatti, i social del rinomato Parco archeologico di Pompei, sono fortemente seguiti, registrano dei riscontri numerici ottimi, in ambito social, numerosissimi sono gli utenti che si documentano attraverso le pagine web del celebre sito archeologico.

Quel terribile 24 agosto del 79 d.C., una colonna eruttiva di gas, vapori e frammenti litici, in rapidissima ascesa, crebbe progressivamente. Gli abitanti di Pompei e degli altri centri vicini si trovarono catapultati in uno scenario devastante, increduli, incuriositi e fortemente spaventati, mentre una pioggia di pietre e pomici bianche, sempre più fitta, si riversava sulle città.
Secondo quanto si apprende, Plinio il Giovane, che, in quel momento, si trova a Miseno dallo zio, Plinio Il Vecchio, uomo di scienza e comandante della flotta romana, descrive dettagliatamente, nelle sue epistole, quella devastante esperienza e le ultime ore di vita del fratello della madre, così come gli vengono riportate dal racconto dei sopravvissuti