Il caos della maggioranza parlamentare Pd-Movimento Cinque Stelle è reso non solo dalle possibili conseguenze del voto in Emilia-Romagna, ma anche dalla riforma della giustizia. Il nodo della prescrizione non riesce a venire al pettine.
Anche l’ultimo documento di 35 articoli presentato da premier Conte, che tocca scenari anche al di là della prescrizione fino ad una riforma del sistema del Csm, non ha convinto in maniera integrale.
Il “Lodo Conte” dovrebbe avere come scopo, secondo la maggioranza e come sottolineato dal ministro Bonafede e dal senatore Leu Pietro Grasso, di garantire tempistiche processuali minori e certezza della pena. La bozza di riforma del processo penale prevede meccanismi atti a garantire maggior breve durata dei singoli gradi di giudizio e lo stop alla prescrizione solo se c’è condanna.
Ma ad oggi i lavori della maggioranza in merito sono in alto mare.
Ciononostante, il premier ha invitato le parti ad una nuova apertura alla discussione, pronta al vaglio di nuove proposte e possibilità della riforma della giustizia, in vista del nuovo vertice previsto per martedì prossimo.
Perplessità in merito sono state espresse all’ ultimo vertice anche da Italia Viva capitanata da Matteo Renzi, soprattutto sui termini di prescrizione su chi sia condannato e su chi sia assolto, fermandola a due anni in caso di impugnazione della sentenza.
Sul fronte Pd e di Zingaretti verte invece il timore che Italia Viva, diventata ago della bilancia nella kermesse, al prossimo vertice previsto per martedì 28, in aula voti la proposta di legge fatta da Forza Italia e dall’opposizione, quale cancellazione della riforma Bonafede atta chiudere i processi in tre anni.