Sono 2 funzionari e 2 ex funzionari della Regione Piemonte, insieme a 6 amministratori di società gli accusati, a vario titolo, di abuso d’ufficio, inadempienza contrattuale, peculato e falso. I carabinieri hanno notificato loro l’avviso di conclusione delle indagini.
Le accuse derivano dalla falsificazione dei registri della contabilità, con sottrazione di denaro per oltre 15 milioni di euro dalle casse della Regione Piemonte. Questo denaro riguardava del materiale necessario per la costruzione del grattacielo che a Torino accoglierà i nuovi uffici regionali, mai entrato nel cantiere. L’indagine conclusasi è quella avviata lo scorso anno nei confronti di dirigenti e funzionari della Regione Piemonte i quali, secondo l’accusa, avrebbero abusato delle loro funzioni contrattuali inerenti la costruzione del nuovo palazzo della Regione, appropriandosi di oltre 15 milioni e mezzo di fondi regionali liquidandoli alla consortile incaricata della costruzione dell’opera per la fornitura e posa di materiale di fatto “mai” entrato in cantiere.
Sono emersi inoltre, durante l’indagine, diversi profili di responsabilità a carico degli amministratori delle società coinvolte nella realizzazione dell’opera, i quali sono stati ritenuti altresì responsabili di inadempienza contrattuale.
Avrebbero infatti fornito alla stazione appaltante piastrelle non conformi agli standard richiesti, prive dei trattamenti consolidanti e idrorepellenti, più fragili rispetto agli standard, per questo già poste sotto sequestro lo scorso anno.
Questa indagine risulta essere appartenente al secondo filone d’indagine dopo che il principale si fosse concluso il 27 febbraio scorso, con la conseguente assoluzione di sei imputati.
Tra questi risultava essere presente anche l’ex presidente della Regione Piemonte Ezio Enrietti.
Gli indagati erano stati accusati a vario titolo di corruzione, abuso d’ufficio e falso ideologico a causa delle presunte irregolarità riscontrate nel corso delle procedure d’appalto inerenti la costruzione del grattacielo.
La Procura aveva richiesto condanne comprese tra i 2 anni e 4 mesi fino a 3 anni e 4 mesi.