Il governo ha preparato il Piano nazionale di riforma destinato ad essere sostenuto dal Recovery Fund.
È pronta, quindi, una bozza del Piano, in cui si elencano gli obiettivi del Programma di Ripresa e Resilienza (Recovery Plan) da presentare alla Commissione Europea.
“Non vi è tempo da perdere” per una fase di depressione economica. Le “notevoli risorse che l’Unione Europea ha messo in campo devono essere utilizzate al meglio”. A scriverlo è il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri in premessa al Piano nazionale di riforma.
Nel documento sono presenti le linee del Piano di Rilancio che l’Italia applicherà per settembre; un piano basato su tre pilastri: la modernizzazione del Paese, la transizione ecologica e l’inclusione sociale e territoriale e parità di genere.
“L’alleggerimento della pressione fiscale è una delle componenti più importanti del programma di Governo”, si legge nella bozza; dopo il taglio del cuneo partito da luglio, il governo sta lavorando a una più complessiva riforma della tassazione diretta e indiretta allo scopo di “disegnare un fisco equo, semplice e trasparente per i cittadini, che riduca in particolare la pressione fiscale sui ceti medi e le famiglie con figli e acceleri la transizione del sistema economico verso una maggiore sostenibilità ambientale e sociale”. Con la riforma, inoltre, ad essere razionalizzate saranno anche le spese fiscali e, in particolare, saranno rivisti i sussidi ambientalmente dannosi.
Tra gli obiettivi prioritari vi è la riduzione del tax gap; obiettivo che sarà perseguito con il miglioramento della qualità dei controlli, con il rafforzamento dell’efficacia della riscossione e la spinta alla compliance volontaria. Resta ferma invece l’idea di cono non prevedere nuovi condoni che, secondo il Governo, riducono l’efficacia della riscossione delle imposte, a causa del loro generare aspettative circa la reiterazione.
Nella bozza si legge, infine, che “parte della maggiore spesa sarà destinata al finanziamento di progetti di ricerca che perseguano obiettivi di sostenibilità ambientale e digitalizzazione e che contestualmente abbiano un rilevante effetto sull’incremento della produttività”.