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Piacenza: carabinieri in Gomorra style

Mercoledì scorso, la Guardia di Finanza ha sequestrato la caserma dei carabinieri di Piacenza Levante in via Caccialupo.

L’operazione “Odysseus” ha messo fine al sistema organizzato dagli otto carabinieri della Levante di Piacenza.

Essi avevano messo in atto un traffico di stupefacenti, abusi di potere e violenze.

Pertanto, la Guardia di Finanza ha indagato sulla caserma di Piacenza per sei mesi con tutte le opportune e dovute indagini del caso.

Dopo la meticolosa indagine, sono arrivati gli arresti.

Fra i carabinieri arrestati, spiccano i nomi di:

  • Giuseppe Montella
  • Giacomo Falanga
  • Angelo Esposito.

Tutti e tre provenienti da Napoli.

Le accuse mosse ai carabinieri della Levante sono diverse:

  • violazione privata aggravata.
  • Ricettazione.
  • Estorsione.
  • Traffico e Spaccio di sostanze stupefacenti.
  • Lesioni personali.
  • Arresto illegale ecc.

Dalle indagini condotte dalla Guardia di Finanza, emerge che i carabinieri della Levante avessero ordito una vera e propria associazione a delinquere, nonostante vestissero uniformi dello Stato.

Sul caso della caserma di Piacenza si è espressa anche Grazia Pradella, capo della Procura di Piacenza, affermando che in quella caserma non si sia svolto nulla di legale.

Inoltre, l’atteggiamento di questi carabinieri è stato paragonato a quello dei boss partenopei della serie televisiva Gomorra.

A tal proposito, è intervenuta la madre di Montella, appuntato, che pare avere un ruolo chiave nell’inchiesta.

La donna ha difeso il figlio e gli altri colleghi, definendoli “bravi ragazzi”. Poi, ha aggiunto che si è parlato di Gomorra solo perchè il figlio e altri venivano da Napoli, altrimenti non si sarebbe mai fatto il paragone.

La madre di Montella, dopo aver lodato anche la laurea del figlio in giurisprudenza, ha dichiarato di credere nell’innocenza del figlio.

Tuttavia, la donna ha evidenziato che se la giustizia dimostrerà la colpevolezza del figlio, è giusto che Giuseppe paghi.

Invece, l’avvocato di Falanga già è passato alla strategia difensiva.

Infatti, l’avvocato Mancini dopo l’interrogatorio di garanzia ha sottolineato che la famosa foto, in cui sono ritratti i carabinieri con i soldi in mano, è solo una foto che immortala una vincita comune con un gratta e vinci.

In aggiunta, Mancini ha specificato che il pusher nigeriano, apparso insanguinato, non è stato percosso dai carabinieri, ma è solo caduto.

Infine, l’avvocato di Falanga ha riferito che il suo assistito si è detto estraneo ai fatti, tanto che conduce uno stile di vita modesto, che non porta prove della sua partecipazione ai misfatti della caserma Levante.