L’Italia e soprattutto l’economia del paese da poco hanno iniziato a reagire, l’economia sembra rialzarsi ma il lavoro sta vivendo una situazione molto differente rispetto agli scorsi anni. In Italia si parla di 870 mila posti di lavoro persi.
Un anno da dimenticare in particolare per il mondo del lavoro segnato dalla pandemia e dalla conseguente crisi economica.
Dati positivi sono quelli relativi al mese di aprile: con 20 mila occupati in più (+0,1%).
Ma nonostante questo dato, che potrebbe far sperare in un aumento e crescita dell’occupazione e risanamento dell’economia, il quadro non è rassicurante perchè parliamo di 870 mila occupati in meno rispetto al periodo pre-pandemico.
Rispetto a marzo, l’Istituto di Statistica ha registrato un lieve aumento degli occupati e una crescita più consistente dei disoccupati, a fronte di una diminuzione degli inattivi.
La crescita dell’occupazione (+0,1%, pari a +20 mila unità) vede coinvolti: donne, i dipendenti a termine e i minori di 35 anni.
Invece diminuiscono: gli uomini; i dipendenti permanenti, gli autonomi e gli ultra 35enni.
L’aumento invece delle persone che sono in cerca di lavoro riguarda entrambe le componenti di genere e anche tutte le classi d’età (+3,4% rispetto a marzo, pari a +88 unità).
Ad aprile rispetto al mese di marzo diminuisce anche il numero degli inattivi dai 15-64 anni (-1,0%, pari a -138 mila unità). Quindi il tasso di inattività scende al 36,2% (-0,3 punti).
Attraverso il confronto fra il trimestre (febbraio- aprile 2021) con il trimestre precedente (novembre 2020- gennaio 2021) si denota un livello di occupazione inferiore dello 0,4% con una diminuzione di 83 mila unità.
Aumentano invece nel trimestre le persone in cerca di occupazione (+4,8% pari a 120 mila) a fronte di un calo degli inattivi tra i 15 e i 64 anni (pari a -79 mila unità).
“Persi 870 mila posti di lavoro in un anno” è un dato spaventoso ed emblematico.
Nell’aprile 2021 abbiamo quindi i seguenti dati: sicuramente un aumento delle persone in cerca di lavoro, un eccezionale crollo della disoccupazione rispetto al periodo pre-pandemico, e una diminuzione degli inattivi (i quali ad aprile 2020 avevano registrato un forte aumento).