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Perché Trump vuole la Groenlandia

Perché Trump vuole la Groenlandia. Molti si saranno chiesti il perché delle roboanti dichiarazioni di Donald Trump sulla Groenlandia, un’isola che molti pensano sia solo una enorme distesa di ghiaccio deserta e solitaria. «Per la sicurezza nazionale e la libertà in tutto il mondo, gli Stati Uniti d’America ritengono la proprietà e il controllo della Groenlandia una necessità assoluta». Queste le parole in un recente post del tycoon prima dell’insediamento alla Casa Bianca. Seguite dalla visita  del figlio primogenito Donald Trump jr., avvenuta peraltro in forma privata.

La colonizzazione danese 

La Groenlandia è la più grande isola del mondo, ricoperta all’85 % della superficie da ghiacci. I diretti antenati dei moderni Inuit Groenlandesi (popolazione indigena) arrivarono nel 1200 circa dal nord-ovest; poi si aggiunsero altri popoli norreni (dalla Scandinavia) ma  mentre gli scandinavi sparirono presto, gli Inuit si adattarono al clima estremo  .

Nel 1536 Danimarca e Norvegia divennero ufficialmente un’unica nazione e la Groenlandia cominciò ad essere vista come una colonia danese : intorno al 1660 ciò venne sottolineato dall’inclusione di un orso polare (simbolo groenlandese) nello stemma danese. Nel 1721 una spedizione missionaria si recò nell’isola fondando colonie lungo la costa allo scopo di creare   un impero coloniale danese.

Durante la Seconda Guerra Mondiale la Danimarca perse il dominio economico e politico dell’isola, che si avvicinò così agli Stati Uniti e al Canada. Dopo la guerra il controllo dell’isola ritornò alla Danimarca, e nel 1953 da colonia divenne contea d’oltremare. Dal 1979 l’isola ha un governo autonomo  e nel 1985 tramite referendum ha lasciato la CEE.

I tentativi USA di acquistare la Groenlandia

A parte Trump, che ritorna ora alla carica con l’inizio del nuovo mandato dopo che già nel 2019 aveva chiaramente espresso le sue mire sull’isola danese, già in passato vi sono state proposte di acquisto statunitensi..

Dopo aver acquistato dalla Russia l’Alaska, nel 1867 gli Stati Uniti intavolarono  trattative con la Danimarca per l’acquisto, che tuttavia si conclusero con un nulla di fatto.

Ma non finisce qui. Dopo la Seconda Guerra Mondiale il Presidente Truman ritornò alla carica , offrendo 100 milioni di dollari per acquistarla , che i danesi anche stavolta rifiutarono. Però fu stipulato un trattato in base al quale fu offerta agli americani la possibilità di stabilirvi la base militare aerea di Thule, molto importante tutt’oggi a scopo logistico. Si tratta infatti della base militare americana più settentrionale al mondo.

Le risorse della Groenlandia

Si tratta di una terra che fa gola un po’ a tutti . Con l’innalzamento delle temperature e lo scioglimento dei ghiacci potrebbe trovarsi al centro di nuove rotte marittime e commerciali, quale via più breve tra il Nord America e l’Europa  Un secondo motivo sta nella possibile presenza di giacimenti di idrocarburi, che però allo stato resta solo un’ipotesi. Ma il vero motivo  sono le risorse minerarie

Esiste una parte della Groenlandia che non è coperta tutto l’anno dai ghiacciai  e che ha dimensioni ragguardevoli , paragonabili all’incirca alla nostra penisola. Ebbene , proprio in questa parte dell’isola priva di ghiacci è possibile effettuare l’attività estrattiva dei minerali presenti. E consideriamo che col riscaldamento globale e il ritiro dei ghiacciai la sua superficie potrebbe ulteriormente ampliarsi.

L’elezione di Trump nel 2019 ha dato il via a una maggiore cooperazione tra l’isola e gli Stati Uniti nel settore minerario. Tuttavia le imprese minerarie groenlandesi adesso temono le nuove affermazioni del tycoon, stavolta più bellicose che in precedenza. E si chiedono se , in caso di occupazione militare dell’isola, cui la Danimarca non sarebbe in grado di opporsi, le loro licenze rimarranno valide

Le minacce per la  Groenlandia

Secondo calcoli recenti ,il  valore delle rotte commerciali sommato al  valore delle risorse naturali estraibili in Groenlandia supera i 1000 miliardi di dollari. Come andrà a finire ? Le provocazioni di Trump su Panama e sul Canada sono diverse da quelle sulla Groenlandia.

Mentre i primi due sono stati sovrani, per cui un intervento manu militari è fantasia, la Groenlandia dal 1952 è autonoma rispetto alla Danimarca , che comunque conserva tuttora la sovranità dell’isola. Magari in un primo momento Trump accentuerà le pressioni per ottenere maggiori vantaggi militari e soprattutto commerciali (a favore delle proprie aziende ) per lo sfruttamento delle risorse naturali.

Ma data la sua imprevedibilità, chi può escludere del tutto un intervento militare ? Che se effettuato porterebbe ad occupare l’isola in meno di 24 ore. Chi avrebbe la forza di opporsi ? Non certo il fragile governo autonomo della piccola comunità che abita la sterminata isola. E non certo la Danimarca , lontana anni luce  geograficamente, e che militarmente non avrebbe la forza. Men che meno l’Europa, che in politica estera parla non una ma tante voci.

Il futuro della Groenlandia

In occasione dell’anniversario  del suo primo anno di regno (celebrato il 14 gennaio), Re Federico X di Danimarca ha deciso di cambiare lo stemma della casa reale danese per la prima volta dal 1972 per  un nuovo “stemma reale contemporaneo che rispecchi il regno e tenga conto della storia e della tradizione araldica».

Ora «le isole Fær Øer e la Groenlandia hanno ottenuto il proprio quarto, il che rafforza la preminenza del regno nello stemma reale». Il nuovo stemma colloca il simbolo delle Fær Øer [in cui compare un ariete] nel secondo quarto, mentre la Groenlandia, con il suo stemma più recente [con simbolo un orso polare], è stata collocata nel terzo quarto».

Prima sullo stemma i simboli  di Fær Øer e Groenlandia convivevano  nello stesso quarto. Una mossa non solo in chiave antitrumpiana ma anche contro le malcelate aspirazioni indipendentiste dell’isola, dato che negli ultimi tempi i rapporti tra i governi di Groenlandia e Danimarca sono al minimo storico.

La Groenlandia tra Danimarca e Stati Uniti

“La Groenlandia è nostra”, ha ribadito il primo ministro groenlandese Mute Egede. “Non siamo in vendita e non lo saremo mai. Non rinunceremo alla nostra lunga lotta per la libertà, aperti alla cooperazione e al commercio internazionale,  in particolare con i nostri vicini”

Secondo la tv statale danese  il governo danese ha deciso di inviare in Groenlandia due nuove navi d’ispezione militare per sostituire le quattro navi danesi già presenti nell’Artico. Una mossa più d’immagine, a rimarcare la sovranità sul territorio,  che di impatto pratico. Ciò rientra nel quadro di un rinnovato impegno danese per l’Artico.

Il ministro della Difesa un mese fa  ha annunciato infatti un aumento della spesa per la difesa dell’Artico, per compensare un periodo di grossi risparmi durato molti anni”.

Più che i muscoli però la Danimarca mostra agli Stati Uniti la propria storia e il governo autonomo sbandiera le proprie intenzioni autonomiste e indipendentiste . Dalla Danimarca ma anche dagli Stati Uniti. Sicuro che tutto ciò possa commuovere il roccioso e pragmatico Trump ?

Più che la storia e le aspirazioni altrui, a lui importano i risvolti economici e la supremazia politica , specie nel continente americano. Staremo a vedere.

Dario Nicolella
Dario Nicolella
Medico oncologo e dermatologo, con la passione per la scrittura, l'arte e la poesia. Autore di saggi su tematiche toponomastiche, storiche, mitologiche (sirene, luna) ed artistiche (cupole e chiostri napoletani) riguardanti in particolare località campane, nonchè di numerose sillogi poetiche. Vincitore di premi letterari.