Cosa resta del Partito Democratico cinque anni dopo le elezioni del 2018. Fanno fatica a guadagnare la riconferma alla Camera dei Deputati alcuni facenti parte della piccola squadra eletta in Campania. Almeno a giudicare dai nomi che stanno emergendo in questi giorni. Ecco gli eletti del marzo del 2018.
Gennaro Migliore: il suo nome non compare nella prima lista dei candidabili riportata più sotto. Spicca da sempre per il suo impegno da politico dietro le quinte in più partiti comunque sempre a sinistra.
Paolo Siani: il fratello del giornalista ucciso dalla camorra invece conserva la sua candidatura anche per la prossima tornata elettorale.
Raffaele Topo: anche per lui la candidatura è cosa fatta. Non resta altro da fare che mettersi al lavoro per recuperare voti.
Piero De Luca: quotazioni in calo per il rampollo del Governatore Vincenzo De Luca che non compare nella lista pubblicata ieri.
Umberto Del Basso: potrebbe invece essere ricandidato al senato.
Ecco l’elenco dei nomi venuti fuori dall’assemblea:
Aiello Angela (assessore Meta di Sorrento e membro segreteria metropolitana)
Auriemma Gennaro (direzione PD Somma Vesuviana)
Bolero Filomena (consigliere comunale Marigliano)
Carpentieri Venanzio (già segretario PD Metropolitano)
Ciaramella Antonella (direzione nazionale PD)
D’Alessandro Vincenzo (direzione PD Somma Vesuviana)
D’Esposito Mario (direttivo Pd S.Lorenzo a Napoli)
Di Nocera Nora (vice segretario PD Castellammare di Stabia)
Fiola Bruna (consigliera regionale)
Garzia Antonietta (consigliere comunale Ercolano)
Impegno Leonardo (già Deputato)
Manfredi Massimiliano (consigliere regionale)
Marciano Antonio (direzione nazionale PD)
Mascolo Luca (ex sindaco Agerola)
Raia Loredana (consigliere regionale)
Sarracino Marco (segretario metropolitano PD)
Serpico Eduardo (sindaco Scisciano)
Siani Paolo (deputato uscente)
Topo Raffaele (deputato uscente)
Valente Valente (senatrice uscente)
Situazione listini: tra questi in vantaggio per essere paracadutati in parlamento con listini dall’elezione quasi sicura ci sarebbero gli uscenti Valente e Topo a Napoli, Stefano Graziano a Caserta e Piero De Luca ovviamente a Salerno nonostante l’altra volta l’elezione arrivò a Caserta.
Partito Democratico, grandi manovre in Campania: tutto sulla riunione al Teatro Piccolo di Fuorigrotta
Sono 24 i candidati che il Pd di Napoli invia a Roma per l’ok, 24 nomi da giocarsi tra Camera e Senato, tra proporzionale e sfide maggioritarie tra Napoli e provincia.
Una lista che è stata consegnata al commissario della Campania del Pd Francesco Boccia dopo all’approvazione unanime al termine della direzione di Napoli di ieri che ha riunito i dem al Teatro Piccolo di Fuorigrotta, in un sabato mattina con la città mezza deserta dai napoletani e occupata dai turisti, mentre al Teatro il Pd lancia la campagna elettorale “casa per casa”, come dice uno dei partecipanti, ricordando la tradizione e andando oltre il web.
In campo, da prim’attore con i big locali, il ministro della Cultura, Dario Franceschini. “E’ una partita in salita – spiega dal palco Antonio Marciano, membro della direzione nazionale, che torna a candidarsi – che parte in questa sala dove non vedo consiglieri comunali e regionali e non vedo molti uscenti”.
Un riferimento anche a Raffaele Topo, Paolo Siani, parlamentari uscenti, ma anche all’ex segretario Luigi Cimmino e al consigliere regionale Massimiliano Manfredi, entrambi candidati.
Assenze che il commissario Boccia sottolinea dicendo a margine “dico a tutti di vivere il Pd sempre: era meglio che ci fossero stati anche se la candidatura non si decide sulla presenza. Ma oggi abbiamo vissuto una bella discussione e consiglio a tutti del Pd di vivere queste cose 365 giorni l’anno”.
Marciano sottolinea le linee della destra “da Salvini su Lampedusa, a Berlusconi sulle pensioni per le casalinghe e le spese dentistiche gratis per gli anziani. Noi lavoriamo sul contrasto al lavoro mal pagato e alla povertà ma aggiungiamo anche con quali risorse lo faremo. La battaglia elettorale c’è e bisogna combattere con il coraggio segno di autorevolezza e stile, oggi non entri nei libri di storia ma neanche nei titoli di coda del Corriere dei Piccoli”.
Sul palco, dove assiste al dibattito anche Paolo Mancuso, assessore all’ambiente di Napoli e presidente del Pd partenopeo, sale la senatrice ricandidata Valeria Valente: “Il dovere dei parlamentari uscenti – sottolinea – e’ di dover essere qui oggi. Chi manca credo sia su altri impegni istituzionali. Ma ognuno di noi deve dare conto di quello che abbiamo fatto in questi anni, in stagioni complicate al Senato in cui pero’ il Pd ha sempre tenuto la barra dritta. Abbiamo lavorato con la scienza nella pandemia, abbiamo portato in Parlamento il si’ all’europeismo e alla fine, nonostante una minore rappresentanza, ci siamo caricati Paese. Ora il passo avanti ulteriore è che trasmettiamo al Sud e alle donne una possibilita’ di riscatto vero”.
Un riscatto, spiega il candidato Leonardo Impegno, sostenuto dalla “speranza di vincere che arriva – dice – dalla spaccatura forte di Forza Italia che determina l’identità del nuovo centrodestra. Le uscite di Gelmini, Brunetta, Carfagna lasciano Forza Italia nelle mani di Salvini e Meloni, facciamo capire bene questo agli elettori”. Elettori che a Napoli hanno premiato lo scorso anno l’alleanza Pd-5S, eleggendo Manfredi sindaco al primo turno: “A Napoli – dice il candidato Leonardo Impegno – c’e’ stato il 70% di voti per Manfredi, da cui se togli il 10% del Movimento 5 Stelle, ti resta la dimostrazione che c’e’ un campo di centrosinistra, energie che possiamo intercettare per vincere le elezioni nella citta’ e in Regione”. Un’idea ambiziosa, per la quale serve una lotta, come spiega Venanzio Carpentieri, ex segretario di Napoli ed ex sindaco di Melito: “Tante campagne elettorali – dice – sono state affrontate come una salita impervia. Oggi il Pd deve avere la capacità di tirare fuori unghie e coraggio, con una identità più netta e forte. Lo faremo, tutti insieme”.