I Papiri di Ercolano rappresentano una eccellente ricchezza storica e culturale, per il patrimonio artistico italiano, di risonanza mondiale. Nel 1752 una straordinaria collezione di circa 1800 rotoli carbonizzati fu ritrovata ad Ercolano, una cittadina costiera a ovest del Vesuvio. Storicamente, si tratta dell’unica biblioteca pervenuta intatta dall’antichità.
Sui famosi e studiatissimi Papiri di Ercolano, ritrovati in blocchi, a seguito dell’Eruzione del Vesuvio, del 79 d.C. gli studiosi si sono affannati per tre secoli, per cercare di capirne il contenuto, senza però danneggiarli. La speranza e l’intento degli studiosi, è sempre stato quello di scoprire dei dettagli e quindi delle opere inedite, proprie dell’antichità, di una storia che continua ad affascinare.
Oggi, grazie ad una combinazione di intelligenza artificiale e “raggi x avanzati” sarà possibile leggere il contenuto di quei papiri carbonizzati. Attualmente si lavora su due rotoli e quattro frammenti presenti su quelle pagine incollate l’una all’altra.
Brant Seales e il suo team hanno sviluppato un metodo innovativo che non rischia più di distruggerli; si tratta di un procedimento che si avvicina a quello della TAC, l’analisi al sincrotone avanzato, sfrutta gli elettroni che accelerati a sfiorare la velocità della luce, emettono raggi x, dieci milioni di volte più luminosi di quelli solari; proprio questi raggi, indotti su determinate e specifiche traiettorie, permetteranno un numero elevatissimo di scansioni, capaci di penetrare anche tra le pagine incollate, che per ovvi motivi non possono essere srotolate, per evitare naturalmente la disgregazione. Il risultato saranno delle immagini tridimensionali del frammento, e che consentiranno anche di riconoscere i caratteri dell’alfabeto utilizzato (grazie alla presenza dell’inchiostro).
Mostrando al sistema i papiri già aperti, l’intelligenza artificiale imparerà a riconoscere ciò che serve. Pigmenti di inchiostri, posizione delle lettere e altri parametri che porteranno a leggere scritti ormai invisibili all’occhio umano.
La villa in cui i Papiri di Ercolano furono recuperati, secondo i ricercatori, sarebbe appartenuta al suocero di Giulio Cesare, e si è tentato di srotolare circa la metà dei papiri attraverso i più disparati metodi nel corso degli anni. Alcuni, tra gli esperimenti, sono andati distrutti. Ora, grazie all’intelligenza artificiale e agli strumenti propri della tecnologia più avanzata, probabilmente si potrà leggere, grazie a degli algoritmi, quello che Epicuro ha scritto 2300 anni fa, oppure i poemi di Saffo finora sconosciuti.
Dei rotoli che appartengono ad un passato di cui possono svelare ancora molti dettagli, ritagli di quotidianità, particolari, tradizioni e consuetudini. Un passato che continua ad appartenere, non solo ad Ercolano e alla Campania, ma alla storia di Napoli, in un affascinante itinerario culturale, artistico e archeologico che non smette di sorprendere il mondo intero.