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Papa Leone XII, il 25 gennaio 1825 pubblicò la Lettera Enciclica Ad Plurimas

Era il 25 gennaio 1825 quando Papa Leone XII ha pubblicato la Lettera Enciclica Ad Plurimas dopo l’incendio della basilica di San Paolo. È stata una notta estiva del 1823, il 15 luglio, quella che porta distruzione a Roma.

Roma viene violentemente segnata dall’incendio alla basilica di San Paolo. San Paolo era rimasta sostanzialmente la stessa da quando era stata costruita, le sue colonne, una selva di magnifiche colonne sono un ricordo dei monumenti dell’antica Roma, e saldavano la memoria della città pagana con l’anima della capitale del cattolicesimo.

25 gennaio 1825: il Papa Leone XII pubblicò la Lettera Enciclica Ad Plurimas

Papa Leone XII pubblicava la Lettera Enciclica Ad Plurimas il 25 gennaio 1825, dopo l’incendio alla basilica di San Paolo.

La sera del 15 luglio 1823 una delle quattro basiliche papali di Roma e la seconda per grandezza dopo la Basilica di San Pietro, la basilica fuori le mura subì un gravissimo incendio, che provocò la distruzione dell’edificio.

Nel 1823 erano in corso una serie di lavori per affrontare le infiltrazioni che avevano colpito la cattedrale durante la stagione delle piogge, così iniziarono i lavori di riparazione del tetto e delle grondaie. A luglio questi lavori erano in corso, e la sera del 15 luglio accadde qualcosa di molto grave: lo lattoniere che intervenne si dimenticò di accendere il fuoco con cui si accendeva lui stesso. Lasciato incustodito, le fiamme incrementarono l’incendio che si diffuse rapidamente in tutta la cattedrale.

La zona di San Paolo, in quello che oggi è il distretto di Ostiens, era allora una zona rurale, capì che quello che stava succedendo era una farfalla, Giuseppe Perna, e diede subito l’allarme. Pochi anni dopo l’accaduto, il papa ha pubblicato la Lettera Enciclica Ad Plurimas.

Ecco cosa diceva nella lettera il Papa

Un appello significativo fu lanciato da Papa Leone XII a tutti i fedeli: la Basilica doveva essere ricostruita in modo identico, riutilizzando gli elementi conservati dal fuoco, in modo tale che la tradizione cristiana potesse essere mantenuta come era stata fin dalle sue origini.

Le parti sono state spostate, restaurate, demolite e ricostruite. Non solo una moltitudine di cattolici ha risposto all’appello, ma sono arrivati doni da tutto il mondo. Ad esempio, blocchi di malachite e lapislazzuli furono donati dallo zar Nicola I. Questi sarebbero stati utilizzati per la costruzione dei due sontuosi altari laterali del transetto.

Il re Fouad I d’Egitto diede in dono colonne e finestre di alabastro molto fine, mentre il vice-re d’Egitto, Mohamed Ali contribuì offrendo colonne in alabastro. Così, divenne il più importante cantiere della Chiesa di Roma del 19° secolo.

Il 10 dicembre 1854 Papa Pio IX (1846-1876) consacrò la “nuova” Basilica alla presenza di un gran numero di Cardinali e Vescovi, riuniti a Roma da tutto il mondo per la proclamazione del Dogma dell’Immacolata Concezione.