Il 16 settembre 2005 Paolo Di Lauro, boss della camorra noto anche come “Ciruzz o’ Milionario” venne arrestato dai Carabinieri. L’uomo è considerato il capo del clan Di Lauro di Secondigliano e Scampia. Nella faida tra i Di Lauro e gli scissionisti furono molti gli insanguinamenti nella città di Napoli. Il suo arresto è uno dei più importanti avvenimenti della storia della camorra degli ultimi anni.
Il blitz quel giorno scattò alle sei del mattino. I Carabinieri del Ros circondarono l’edificio situato in via Cupa Dell’Arco a Secondigliano. Il boss Di Lauro, latitante dal 2002 e irreperibile dal 1997, si nascondeva nella casa di un suo gregario. Non fu difficile per i Carabinieri arrestare Paolo Di Lauro e portarlo in carcere. A tradirlo pare sia stato proprio un suo peccato di gola. Gli investigatori conoscevano bene i gusti del boss, sapevano infatti che era molto goloso di alcuni piatti di pesce come la pezzogna e il salmone. Iniziarono così a seguire una donna, Fortuna Liguori, la sua governante. Fu semplice pedinarla e capire dove si recasse ogni giorno dopo aver acquistato il cibo.
Paolo Di Lauro è stato uno dei capi camorra più potenti e sanguinari di Napoli. La sua organizzazione si occupava di alcuni affari illeciti come lo spaccio di droga in tutta la zona Nord di Napoli: Secondigliano, Scampia, Mugnano, Melito e Casavatore. Nel 2004 alcuni dei suoi gregari decisero di abbandonare l’organizzazione per allearsi tra loro in un nuovo gruppo (i cosiddetti “scissionisti”). Nelle faide tra i due gruppi morirono circa cinquanta persone, molte delle quali erano vittime innocenti. Tantissimi furono i feriti, gli attentati contro locali commerciali e abitazioni di simpatizzanti verso uno dei due gruppi.
Il procuratore Felice Di Persia, coordinatore della Direzione distrettuale antimafia di Napoli, sottolineò l’assurdità del fatto che questi boss vengano catturati nei loro territori: “Non c’è solo l’omertà. La camorra ha ancora un forte potere di attrazione sui giovani ai quali offre la speranza di sbarcare il lunario. Ciò significa che occorre non solo l’intervento di magistratura e forze di polizia ma un forte impegno delle istituzioni. Dopo la cattura di Di Lauro bisogna continuare il lavoro per impedire che il vuoto lasciato dal boss sia occupato da altri esponenti del suo clan o dalla cosca avversaria.”
La cattura del boss Di Lauro permise alle forze dell’ordine di arrestare più di 150 persone, tra appartenenti, simpatizzanti e gregari. Nel dicembre 2011 il Tribunale di Napoli condannò Paolo Di Lauro a 29 anni di reclusione.