Della Palestra dei gladiatori restò un cumulo di macerie.
Il crollo avvenne alle prime ore dell’alba di sabato 6 novembre 2010, quando venne giù la schola armaturaum, la storica palestra dei gladiatori degli scavi di Pompei.
All’origine del crollo ci sarebbero state delle infiltrazioni d’acqua prodotte dalle abbondanti piogge dei giorni precedenti: l’acqua, raccoltasi in un terrapieno alle spalle dell’armeria di via dell’Abbondanza, avrebbe fatto pressione fino al definitivo collasso della struttura.
Quando i custodi durante il loro giro di perlustrazione delle rovine videro un cumulo di macerie al posto della Schola, non potevano credere ai loro occhi.
Dalla sera alla mattina era svanito uno dei tesori più preziosi degli Scavi, ubicato in via dell’Abbondanza, la strada principale dell’antico insediamento, meta soltanto nel 2010 di 2 milioni e 300 mila turisti provenienti da tutto il mondo.
Dove non era riuscito il Vesuvio con la violenta eruzione che aveva cancellato l’antica città romana sotto una coltre di cenere e lapilli nel 79 d.C., era arrivato duemila anni dopo il logorio costante dell’acqua piovana e l’incuria umana.
Il progetto di recupero
Il 6 novembre 2010 la palestra dei gladiatori a Pompei crollò e tutto il mondo parlò di questo evento che aveva distrutto un bene inestimabile ritrovato dopo l’eruzione del Vesuvio nel 79 d.C.
Il tragico accaduto, però, fu la rinascita del grande sito di Pompei grazie al Grande Progetto Pompei, ed ai grandi lavori di manutenzione e ristrutturazione in corso.
Il progetto ci ha restituito oggi, periodicamente, tante Domus e tante nuove scoperte.
La Schola Armaturarum, dal 3 gennaio 2019, venne riaperta ed è visitabile dai turisti ogni giovedì.
Le visite guidate sono tenute dagli stessi restauratori.
Gli specialisti hanno curato il ripristino e restauro del sito e potranno così spiegare anche il prezioso e dettagliato intervento effettuato sugli affreschi e negli ambienti retrostanti l’edificio.
Infatti durante i restauri della Schola Armatorarum sono state anche recuperati anche i vani retrostanti e tanti dipinti.