Nell’eterna lotta tra ottimisti e pessimisti, chi vede il bicchiere mezzo pieno e chi lo vede mezzo vuoto, chi coglie l’ottavo di finale di Champions, contro il Barcellona, come un’opportunità e chi lo interpreta come un ulteriore temporale su un’asfalto bagnato e per giunta scivoloso, si issa come un giudice severo e inappellabile, il fatto che il 25 di febbraio del prossimo anno, il Napoli se la dovrà vedere con i “blaugrana” della Catalogna, cioè la squadra più forte della rassegna europea. Al confronto le avversarie di Juventus (Lione) e Atalanta (Valencia) sembrano due passeggiate di salute. La prima di Gattuso contro il Parma poi sancisce le difficoltà di un gruppo di calciatori in crisi di identità che forse non si risolve solo con il cambio, pur necessario, della guida in panchina; il nuovo allenatore, a cui bisogna dare il giusto tempo per improntare la sua mano, si trova nella scomoda posizione di chi deve trovare i giusti rimedi, sbagliando il meno possibile; poco o nulla sarebbe l’ideale. Tutti erano entusiasti all’idea che il nuovo trainer avesse messo sotto sferza i giocatori, caratterizzando gli allenamenti soprattutto sul piano fisico e poco sui dettami tattici; questo, alla luce dei primi minuti contro i ducali è apparso un errore, oltre che il contrario da quanto fatto dal suo predecessore in tutti i mesi precedenti. Dopo sette minuti gli azzurri erano già sotto di un gol -un passivo che poteva essere ancora più pesante-, avevano perso per infortunio Koulibaly e sembravano alla mercè dell’avversario, con le ginocchia che non funzionavano. Il 4-3-3 senza un regista di ruolo è fantacalcio e non avendo nulla a che vedere, se non nei freddi numeri, con lo stesso modulo adottato da Maurizio Sarri, risulterà comunque, di non facile lettura alla maggior parte dei componenti la rosa. La patata, di per se già bollente, rischia definitivamente di bruciare le mani di Gennaro Ivan se la società non prova immediatamente a ripristinare buoni rapporti con coloro che vanno in campo e che bene o male hanno il destino del Napoli tra i loro piedi; una soluzione del contenzioso tra le due parti, in relazione alle multe comminate nelle scorse settimane, in seguito all’ammutinamento, che salvi l’onore della dirigenza e allo stesso tempo tranquillizzi i giocatori sarebbe un buon inizio per una distensione che non potrà che dare benefici al prosieguo della stagione. La sconfitta di sabato non deve però far dimenticare che i novanta minuti contro il Parma non sono stati tutti da buttare; la squadra ha provato a lottare, ha tirato in porta ed è capitolata all’inizio, con le gambe a penzoloni, e alla fine quando ha provato a vincerla. Non è molto da cui ripartire e vorrà dire che per adesso ce lo faremo bastare; per la gita in “Barca” mancano ancora due mesi.