In questi giorni, ed in particolare in data 9 luglio, con un’Ordinanza del Ministero della salute si prevede il divieto di ingresso e transito in Italia concernente chi nei 14 giorni precedenti sia stato in uno dei 13 Paesi che al momento vivono una situazione particolarmente critica in merito alla diffusione del virus.
I paesi in questione sono: Armenia, Bahrein, Brasile, Bosnia Erzegovina, Cile, Kuwait, Macedonia del Nord, Moldova, Oman, Panama, Perù e la Repubblica Dominicana.
Siamo in un momento in cui la situazione Covid richiede probabilmente più attenzione di quando ci si è trovati costretti ad avere – date le emergenze e le gravi cause di questo tornado che ha travolto tutto il mondo, che sono sotto gli occhi di tutti – a prendere determinate decisioni. Le stesse che hanno messo a disagio chiaramente realtà economiche, sociali e politiche come mai prima.
Oggi in Italia dopo un periodo di tregua stiamo vivendo un rialzo della curva che, se è vero che non può essere paragonato alla situazione che ci ha messo pochi mesi fa in forti difficoltà, va tenuta comunque sotto controllo il più possibile.
La posizione del ministro della Salute è quella di preservare i sacrifici fatti in questi mesi, e ciò che afferma riguarda proprio la fase acuta in cui ancora si trova il virus in questo momento nel mondo.
A dare seguito all’Ordinanza del Ministero della Salute in questione la vera e propria sospensione dei voli diretti e indiretti per i relativi paesi a bollino rosso.
Tra quanto riportato dal sito ufficiale del Ministero le parole del presidente dell’Istituto Superiore di Sanità – Silvio Brusaferro – che afferma: “Le misure adottate oggi dal ministro della Salute sono molto importanti al fine di mantenere i risultati raggiunti in questi mesi ed evitare che casi importati possano generare focolai difficili da controllare. Dobbiamo ricordarci che in molti Paesi del mondo la circolazione del virus è ancora elevata”.
Questa la posizione dell’Italia per quanto concerne le misure da adottare riguardo ai viaggi all’estero, ma resta da considerare quelle che sono le misure prese internamente, quasi totalmente affidate alla responsabilità degli italiani, che in questo momento stanno vivendo la loro libertà con la smania di fare coltivata nei mesi di lockdown. Non è trascurabile il fatto che, secondo i dati, laddove si verifichino condizioni più favorevoli alla diffusione, la presenza del virus tenda facilmente ad aumentare. In Italia ci sono nuovi focolai e al momento non è da escludere la previsione di una “ricaduta” temuta fino ad oggi. Basta camminare per strada o entrare in un qualsiasi locale per rendersi conto di quanto sembri che fino ad ora nulla sia accaduto.
Oltre alla posizione dell’Ordinanza del ministero della Salute, le raccomandazioni al momento sono ancora – chiaramente – quelle di agevolare quanto più possibile la prevenzione che deve essere posta in essere dagli enti sanitari che devono avere la possibilità, con ipotetici maggiori controlli, di operare su un numero meno elevato di potenziali contagiati, e quelle di continuare a tenere il distanziamento sociale – laddove è possibile – senza sottovalutare le possibili conseguenze di un contagio. Il fatto che la situazione generale sia da considerare tutto sommato positiva, non significa che la battaglia sia finita, né e soprattutto che siano trascurabili le conseguenze sul singolo per il sol fatto che in termini di collettività ci si senta in qualche modo “oltre” questa brutta storia.
Sarebbe sufficiente e necessario trovare il giusto equilibrio tra la necessaria ripresa, sotto tutti i punti di vista, ed una giusta dose di responsabilità, per andare oltre questo buio periodo in maniera ‘definitiva’.