Ieri, lunedì 8 giugno 2020, è ricorsa la celebrazione della Giornata Mondiale degli Oceani, giorno dell’Anniversario della Conferenza Mondiale su Ambiente e Sviluppo di Rio de Janeiro e, proprio per l’occasione, in tutta Italia, si è dato il via ad un’iniziativa dedicata specificamente al mondo marino, alla pulizia dei fondali. E’ partita l’operazione Spazzamare.
Ieri, 8 giugno, dunque, si è messa in moto una task force che ha il compito di ripulire i fondali marini, per la cura dell’ambiente.
La cura e pulizia dei mari è, da sempre, un argomento molto delicato, ma, forse, oggi ancora di più, dato le sorprendenti immagini che hanno circolato sul web, in questo periodo di lockdown, che ritraevano, da un lato, stupende biodiversità marine, circondate, però, dall’altro lato, da uno sfondo amareggiante di rifiuti e oggetti di plastica.
L’operazione Spazzamare è stata promossa dalla Clean Sea Life, un progetto europeo promotore di una campagna di sensibilizzazione che si batte per la tutela e la protezione dei fondali e per la riduzione dei rifiuti nelle acque marine. Il progetto è costituito da un gruppo eterogeneo di subacquei, di pescatori, diportisti e altri componenti, tutti uniti da un comune obiettivo, la tutela dei mari.
Accanto alla Clean Sea Life c’è il Corpo delle Capitanerie di Porto – Guardia Costiera, che ha partecipato attraverso l’ausilio di cinque nuclei subacquei che hanno avuto il compito di collaborare con i restanti diving volontari.
Una task force variegata, dunque, che è costituita dai sommozzatori di 40 centri diving, che hanno aderito alla Clean Sea Life, e i cinque nuclei subacquei, in precedenza nominati, che si sono immersi delle darsene, nei porticcioli, aree naturalistiche e, persino, in siti archeologici, per rimuovere i rifiuti accumulati sui fondali marini attraverso sacchi e palloni di sollevamento.
I rifiuti, una volta prelevati, sono poi catalogati, pesati e successivamente smaltiti da enti locali.