sabato 26 Aprile, 2025
14.7 C
Napoli
spot_img

Articoli Recenti

Odio online, un italiano su tre è più impulsivo sul web che di persona

Circa 3 italiani su 4 non perdonano facilmente, incrementando, in maniera del tutto inconsapevole, quel meccanismo definito odio sociale, che si esprime facilmente online.

Tale fenomeno è ampiamente sostenuto da tutte quelle persone definite “hater”; le quali presentano comportamenti svalutanti verso l’altro, spesso messi in atto nascondendosi dietro a profili social fittizi, scrivendo cose che, nella vita reale, non si direbbero mai.

Trustpilot, lo studio sulle forme di comunicazione disfunzionale online

Tale dato emerge da uno studio portato avanti da Trustpilot. Questo ha coinvolto un campione di 12000 adulti dai 18 anni in su, provenienti da diversi paesi; tra i quali: UK, Italia, Stati Uniti, Australia, Francia e Paesi Bassi.

Per il 39% del campione studiato, la riduzione dei contatti in presenza negli ultimi due anni e la comunicazione online, hanno contribuito all’aumento del fenomeno. Per il 35% del campione, invece, la responsabilità sarebbe da ascrivere ai social media.

Circa un terzo del campione, ha dichiarato di essere più aggressivo quando pubblica un messaggio, o scrive una recensione, rispetto a quanto farebbe di persona. In particolare, sono i giovani ad avvertire la responsabilità di internet in questo aumento dell’aggressività nelle comunicazioni. Infatti, tra i giovani tra i 18 e i 24 anni, il 41% ritiene che le interazioni online degli ultimi anni abbiano alimentato l’odio sociale.

Al contrario, le fasce di età intermedia indicano come responsabile la diffusione dei social media. Nella fascia tra i 35 e i 44 anni, lo pensa il 38%. Inoltre, le fasce più giovani si dicono più interessate dal fenomeno e affermano di essere più supponenti online.

Lo riporta il 35% dei ragazzi tra i 18 ed il 24 anni ed il 36% del campione tra i 25 ed i 34 anni; nelle fasce d’età successiva il dato di riduce notevolmente: dai 55 anni in su è meno del 20% del campione a dichiararsi più supponente online.

L’indagine fa parte della nuova campagna Helping Hands di Trustpilot, che ha lo scopo di ricordare sia ai consumatori che alle aziende che prima di agire in modo impulsivo, bisogna fermarsi, riflettere e favorire dialoghi costruttivi, evitando di offendere l’ interlocutore.

Le dichiarazioni di Claudio Ciccarelli, Country Manager di Trustpilot

A questo proposito, Claudio Ciccarelli, Country Manager di Trustpilot in Italia, ha dichiarato: “Nel mondo di oggi le conversazioni online si muovono rapidamente e spesso capita di digitare prima ancora di pensare. Quando si tratta di conversazioni online, è essenziale ricordare a tutte le parti in causa di prendersi un momento e rammentare quanto prezioso possa essere il feedback per i nostri interlocutori: oggi più che mai è importante comunicare in modo ponderato”.

Secondo altri risultati riportati dallo studio, mediamente gli adulti italiani nutrono attualmente circa 15 risentimenti (più del doppio degli inglesi e dei francesi che ne nutrono in media sette) e il periodo più lungo in cui hanno serbato un rancore è di quattro anni.

Quasi la metà del campione intervistato ha sviluppato sfiducia nei confronti degli altri ed il 47% ha asserito di aver avuto problemi di salute psicologica come risultato degli scontri vissuti.

Le cause principali di risentimento in Italia

In Italia, la causa principale di risentimento riguarda il tradimento (nel 34% dei casi); subito dopo troviamo “l’essere accusati di qualcosa che non si è commesso” (33%), “essersi fidati di qualcuno che in realtà ha agito alle proprie spalle” (33%), “essere vittima di qualcuno che si è preso un merito al proprio posto” (26%) e “prestare a qualcuno soldi o oggetti che non sono mai stati restituiti” (22%). Nel 21% dei casi, i risentimenti personali riguardano amici (21%), seguiti dalle pubbliche istituzioni (19%) e da colleghi di lavoro (17%).

Gli ex-partner occupano il quarto posto, seguiti dagli ex migliori amici (15%), dai vicini di casa (14%) o da aziende che hanno deluso i dipendenti(13%).

Una serie di studi su fenomeni sociali di grande rilevanza; che, approfonditi adeguatamente, potrebbero portare alla riduzione dell’odio sociale e alla correzione di forme inadeguate di comunicazione sul web.