Nel corso della sua toria, mistero e singolarità hanno da sempre avvolto la città di Napoli con un velo di interesse piuttosto raro. Se poi si congiunge il centro urbano alla distesa d’acqua dal quale è abbracciato, allora il clima di enigmaticità si infittisce ancor di più. E questa correlazione con il mare era incarnata precedentemente, nell’antichità del centro abitato, dalla figura de ‘o stricario, esperto nel commercio delle ostriche e non solo, come suggerisce la stessa denominazione.
Diffusa in ogni angolo di Napoli, in passato questa figura era particolarmente nota ed apprezzata dal popolo partenopeo. Collocati costantemente nei pressi di luoghi marittimi, ‘o stricario edificava dei piccoli chioschi, specializzati nella vendita di ostriche, successivamente anche di altre tipologie di frutti di mare. Scorgere queste piccole strutture non era complesso, spesso erano avvistati anche dagli occhi più sbadati per il clamore proveniente da esse.
‘O stricario e il suo legame profondo con il mare
‘O stricario non era soltanto un’antica professione napoletana, ma una vera e nobile arte, non impersonata da tutti, ma da particolari individui del tessuto sociale del tempo. Questo mestiere, difatti, non era praticato dalla gran massa del popolo, bensì veniva tramandato di generazioni in generazioni per discendenza diretta. Escludendo determinati nuclei familiari, coloro a cui erano affidati questa speciale mansione erano considerati particolarmente degne.
Non soltanto venditore di ostriche, ma vero conoscitore di tutti i frutti di mare, data la sua fitta connessione con il mare. Egli si adoperava, infatti, personalmente per trovare e cogliere con tanta cautela questi molluschi. Quest’ultimi si trovavano vicino agli scogli; in seguito al complesso procedimento di raccolta, l’uomo soleva aprirli e poi distribuirli ai propri clienti, pronti ad assaggiarli con gran gusto.
Giallo, nero o verde: questi i colori dei diversi e piccolo chioschi de ‘o stricario, sparsi qua e là in ciascun angolo della città napoletana. Soltanto, però, gli esponenti di questa professione potevano permettersi il lusso di installare, accanto al proprio chiochetto, un’insegna enorme con il nome del venditore.
Il primo ad aver inventato il titolo di “stricario” fu Ferdinando II di Borbone, nonché Re delle due Sicilie, personalità di spicco nella sua epoca. Alcune fonti storiche riferiscono e sostengono con certezza che il sovrano aveva una passione viscerale per i frutti di mare. E un giorno del 1850, giunto al mercato di Santa Lucia, un giovane ragazzo, un semplice commerciante, gli offrì un’ostrica, derivante dal Lago Fusaro. A partire da quel momento, il re, esterrefatto per il sapore unico della pietanza, decise di creare questa nuova mansione, esaltando la bontà del prodotto.