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‘O ciuccio. Perchè è la mascotte del Calcio Napoli

‘O ciuccio. Perchè è la mascotte del Calcio Napoli. Tutte le squadre più importanti della serie A di calcio hanno un simbolo che le rappresenta. Di solito ha a che fare con la storia della rispettiva città . Il biscione  visconteo interista. La lupa capitolina romanista. L’aquila dell’impero romano laziale. Il giglio guelfo fiorentino. La scala scaligera veronese.

Oppure con il colore della maglia. La zebra bianconera juventina. Il diavolo rossonero milanista. O ancora col nome stesso della squadra . L’Atalanta dea cacciatrice di Bergamo. E così via . Il Napoli costituisce un’eccezione. Perché l’asino è il suo simbolo ? O più precisamente  la sua mascotte ? Andiamo a ritroso nel tempo.

Il primo campionato del Napoli

Siamo nel 1926 . Viene scelto come  simbolo dell’Associazione Calcio Napoli appena fondata  il Corsiero del Sole, un  cavallo impennato. Simbolo fiero e recalcitrante del Regno di Napoli. Poggiato su una palla da calcio all’interno di un’ellisse azzurra. Sullo sfondo  le lettere A, C, N ( Associazione Calcio Napoli).

La squadra partecipa al suo primo campionato nella massima serie. Un disastro. Su 18 partite 17 sconfitte e un misero pareggio col Cagliari. I tifosi iniziano a mugugnare. E qualcuno di loro paragona la squadra ad un asino. Altro che un poderoso e galoppante cavallo. Una squadra che come gli asini sembra incamminarsi lentamente per poi fermarsi improvvisamente e senza motivo.

La leggenda dell’asino di Fichella

Il paragone tra la squadra e l’asino comincia a circolare in città. Oggi diremmo diventa virale. E qualcuno considera che sembra ‘o ciuccio ‘e Fechella. Dall’antico detto “pare ‘o ciuccio’ ‘e Fechella, trentatré chiaje’ ‘e ‘a curella fraceta” . Chiaje sono le piaghe, le ferite, e  a curella fraceta la codina fracida.

Ma chi era Fichella ? Don Domenico Ascione, soprannominato Fichella, era un venditore ambulante di fichi che girava per Napoli portando le sue mercanzie su un carretto trainato lentamente da un vecchio asino, stanco e malandato.

E siccome anche nei campionati successivi la squadra del Napoli arrancava tra alti e bassi. continuò a circolare questo divertente e autoironico appellativo. Rilanciato più tardi sul Corriere del Mezzogiorno dal giornalista Felice Scandone, tra l’altro ex calciatore della squadra, che lo aveva sentito in un bar.

Da simbolo ironico a mascotte portafortuna

23 febbraio 1930 Napoli-Juventus. I partenopei ,che erano sotto per 2 a 0, rimontarono clamorosamente fino al pareggio per 2 a 2. Al termine della partita fece il giro del campo un asinello infiocchettato con un nastro azzurro e un cartello con la frase scritta: “Ciuccio, fa’ tu !“. Da allora l’asinello ( anzi per meglio dire ‘o ciuccio ) fu eletto a portafortuna della squadra.

Il  logo del Napoli

Ciò nonostante il fatto che già dal 1928, il logo del Napoli era stato modificato proprio per evitare paragoni tra il cavallo dello stemma e il ciucciariello di Fichella. Abbandonati cavallo e forma ellittica , pur tra continue ma lievi modifiche lo stemma è restato fino ai nostri giorni sempre circolare con una grande N . La lettera N richiama non solo l’iniziale di Napoli ma anche il simbolo distintivo presente sulle prestigiose porcellane di Capodimonte.

Attualmente il logo del Napoli con la N è essenziale e  monocolore. Il motivo sta nella  possibilità di adattarlo stagione per stagione a seconda degli sfondi delle maglie scelte. Così il design si sposa con il marketing.

‘O ciuccio e i tifosi

‘O ciuccio. Perchè è la mascotte del Calcio Napoli. Bandito dalla società per motivi d’immagine, con l’unica eccezione della stagione 1982-83 , quando comparve per un breve periodo sulle magliette per le trasferte (una N con la testa  dell’asino).

Ma al contrario  rimasto sempre  nella fantasia dei tifosi. Onnipresente nei gadget del Napoli dedicati ai bambini. E ricomparendo perfino in carne ed ossa proprio nei periodi più luminosi dei trionfi e delle vittorie.

‘O ciuccio. Perchè è la mascotte del Calcio Napoli. Portato per strada vestito di azzurro sia in occasione degli scudetti dell’era Maradona sia in occasione del terzo scudetto della stagione 2023-2024. Stavolta perfino con la maschera protettiva alla Osimen. Peraltro tra le proteste di qualche animalista.

E ancora oggi ogni tanto a qualche tifoso , soprattutto se avanti negli anni, guardando le partite del Napoli scappa per scaramanzia  la celebre esclamazione, ripresa da Antonello Rondi nella sua canzone-inno: “ Ciuccio fa’ tu !”.

Dario Nicolella
Dario Nicolella
Medico oncologo e dermatologo, con la passione per la scrittura, l'arte e la poesia. Autore di saggi su tematiche toponomastiche, storiche, mitologiche (sirene, luna) ed artistiche (cupole e chiostri napoletani) riguardanti in particolare località campane (oltre a Napoli, anche Salerno, Palinuro, Camerota) nonchè di numerose sillogi poetiche. Vincitore di premi letterari.