Nuovo Museo a Napoli, il “Maradona”
Nel cuore dei Quartieri Spagnoli , a pochi passi dal “Largo Maradona” del famoso murales, è stato inaugurato a Luglio 2024 il Museo Maradona. Uno spazio espositivo unico nel suo genere, che mette in mostra i cimeli della collezione Vignati appartenuti al Pibe de oro e raccolti nel corso dei sette anni trascorsi a Napoli con la casacca partenopea.
I Vignati e Diego
La famiglia Vignati aveva un doppio legame col fuoriclasse argentino. Infatti Saverio Silvio Vignati faceva il custode presso l’ex stadio San Paolo, recentemente ribattezzato Diego Armando Maradona. Dal canto suo la moglie Lucia era invece cuoca e governante di casa Maradona. Questo doppio legame favorì un profondo legame tra i Vignati e Diego. Il campione argentino nel corso degli anni regalò loro moltissimi oggetti personali, finora gelosamente conservati dalla famiglia. Esposti solo in qualche mostra temporanea.
Ora invece, ricevuti in dote dal figlio Massimo dopo la perdita del padre, sono finalmente visibili in una mostra permanente. Un ideale viaggio nella vita dell’uomo e dell’atleta grazie a 80 cimeli . Non solo divise, scarpette, magliette e tute del Napoli, ma anche testimonianze delle imprese con le casacche del Barcellona e dell’Argentina.
E ancora il contratto di Maradona col Napoli, il pallone del celebre Juve-Napoli 1-3 del 1986, coppe, targhe. Finanche il k-way indossato nella celebre danza con il pallone sulle note di “Live is Life” a Monaco di Baviera, prima della semifinale di Coppa Uefa, contro il Bayern nel 1989.
Dunque un nuovo Museo a Napoli, il “Maradona”. Si trova a vico Cariati 58 ed è aperto tutti i giorni dalle 9 alle 21. Attraverso il sito www.museomaradona.com è possibile prenotare i ticket on line per le visite. Tra i pezzi visibili c’è anche il discusso “Maradona” dell’artista Domenico Sepe, statua alta 170 centimetri realizzata interamente in bronzo fuso. Statua che dopo l’esposizione temporanea davanti allo Stadio fu rimossa in attesa di una nuova collocazione.
La base della scultura, adesso nel Museo Maradona ma senza il grande piedistallo su cui era stata posata allo stadio, raffigura la mappa dell’Argentina, col piede sinistro appoggiato sul punto corrispondente alla capitale Buenos Aires. Dopo alterne vicende sulla sede dove collocarla (il Comune ha deciso di rifiutare la donazione per risvolti burocratici) e anche polemiche (in particolare sul pallone posto davanti al piede destro) ha trovato finalmente una collocazione in questo Museo.
Le tre statue di Maradona
Finora ben tre sono le statue in bronzo create per ricordare il campione . Tre anni fa nel primo anniversario della sua scomparsa ne furono esposte due, entrambe allo stadio. Oltre alla già descritta opera di Sepe nel piazzale antistante il settore Distinti, una seconda statua è stata collocata,dopo una trionfale presentazione con giro di campo in occasione di Napoli-Lazio, all’interno degli spogliatoi, in via definitiva però. Si nota la forte somiglianza tra le due statue dalla posa molto simile , anche se nella seconda il pallone è poggiato sul ginocchio destro e non a terra. Alta 1,67 e pesante 72 chili, esattamente quanto il campione argentino ai Mondiali in Messico del 1986, realizzata dall’artista Dario Caruso presso la Fonderia Nolana per iniziativa dell’ex manager del calciatore, Stefano Ceci.
Una terza statua opera dell’artista Christian Leporino (“IL sogno dell’eroe”) è stata collocata in via definitiva nel Giardino delle Camelie, all’interno del Museo Archeologico Nazionale di Napoli. Unica opera contemporanea tra migliaia di reperti archeologici di epoca. Alta circa tre metri, riecheggia un’antica Nike greca (Vittoria alata) abbracciata da un bambino.
Napoli e Buenos Aires
Simboleggia quanto accaduto al piccolo Diego, quando giocando a pallone nella polvere di un barrio a Buenos Aires, sognava di diventare un campione. Non immaginava che sarebbe divenuto immortale, come una divinità calcistica, D10S del calcio, con tanto di tempio ( largo Maradona col murales) statue e ora anche un museo. Grazie all’iniziativa privata dei Vignati, che sono riusciti nell’impresa. Laddove la autorità istituzionali, a fronte di ripetuti proclami sull’intenzione di realizzarlo all’interno dello stadio, avevano infine gettato la spugna. Napoli e Buenos Aires ora hanno in comune non solo uno stadio intitolato a Diego, ma anche un museo.