Oggi, 19 dicembre 2020, entra in vigore il nuovo Decreto-legge contenente le nuove misure anti-contagio da Covid-19 per il periodo natalizio. Quest’ultimo è stato già pubblicato in Gazzetta ufficiale. Le nuove decisioni governative però prevedono un’ulteriore stretta grazie all’articolo relativo ai ristori immediati per bar e ristoranti integrato nell’ultima revisione del documento.
Dal 24 dicembre al 6 gennaio l’Italia sarà zona rossa nei giorni festivi e prefestivi, divenendo zona arancione soltanto nei giorni lavorativi, è questo il risultato ottenuto dal vertice del premier Giuseppe Conte con i capi delegazione di maggioranza e il ministro Boccia.
Il risultato vede una nuova stretta alle attività lavorative che nella bozza del decreto avrebbero potuto continuare a svolgere la propria attività.
Un regime di misure più rigido, dal 24 dicembre al 6 gennaio, con i giorni festivi che vedranno l’Italia completamente in zona rossa, mentre in quelli lavorativi essa sarà completamente arancione, si cerca però di preservare una parvenza di socialità tipica del Natale, si potranno ricevere fino a due persone non conviventi, escluse dal conteggio alcune categorie:
- Minori di quattordici anni;
- Individui non autosufficienti.
Previsti ristori per i titolari di attività che vedono una perdita dal punto di vista economico. Grazie anche all’incentivo di Italia Viva con la ministra Bellanova che ha così sottolineato l’iniquità delle decisioni governative riguardo l’ulteriore stretta, “Se il 3 dicembre dai indicazioni sulle aperture sia pure contingentate e il 18 torni sui tuoi passi e decidi di chiudere tutto, stai producendo un danno enorme a tutti quegli esercizi che nel frattempo si erano organizzati sulla base delle regole indicate. Ogni decisione che assumiamo stasera deve accompagnarsi a ristori adeguati. Pari al 100 per cento”.
È stata la stessa ministra a sottolineare, al termine del Consiglio dei ministri, la necessità di elargire ristori per le categorie più colpite dall’ulteriore stretta, “dopo la nostra sollecitazione, è stata accolta in Consiglio dei ministri la proposta di stanziare subito ristori per i bar e ristoranti che devono chiudere per effetto delle nuove misure del governo”.
“È una decisione non facile, sofferta: dobbiamo rafforzare il regime di misure necessarie per cautelarci meglio anche in vista della ripresa delle attività di gennaio. Le misure del governo hanno funzionato grazie alla responsabilità dei cittadini. È un metodo che ci ha evitato il lockdown generalizzato. Siamo partiti con il metodo a zone con RT a 1.7 e lo abbiamo riportato a 0.86, tanto che nei prossimi giorni tutte le Regioni possono diventare zona gialla. Ragioniamo per una zona rossa nel periodo dal 24 dicembre al 6 gennaio nei giorni festivi e prefestivi. Si esce di casa solo per ragioni di lavoro, necessità e salute. È possibile ricevere nella propria abitazione fino a 2 persone non conviventi con eventualmente i propri figli minori di 14 anni. È una misura che abbiamo pensato per consentire quel minimo di socialità che si addice a questo periodo. Siamo al fianco degli operatori che saranno coinvolti da queste misure. Abbiamo sospeso contributi e tributi per coloro che hanno perdite. Chi subisce dei danni economici deve essere subito ristorato. Questo decreto dispone subito un ristoro di 645 milioni per i ristoranti e bar. L’intero territorio nazionale sarà zona arancione il 28, 29, 30 dicembre e 4 gennaio. In questi giorni ci si potrà spostare esclusivamente all’interno del proprio comune senza giustificarne il motivo. Per venire incontro a comuni fino a 5000 abitanti fino a 30 km ma non nei capoluoghi di provincia. Rimangono chiusi bar e ristoranti tranne che per asporto e consegne a domicilio. I negozi saranno aperti fino alle 21. Nei giorni da zona rossa saranno chiusi i centri estetici, bar e ristoranti. Saranno invece aperti supermercati, negozi di alimentari, di prima necessità, farmacie e parafarmacie, parrucchieri e barbieri. Un sistema liberaldemocratico non manda la Polizia in casa, a meno che non ci sia una flagranza di reato. Noi non entriamo nelle case degli italiani, è un decreto concepito come limite alla circolazione. Si esce con l’autocertificazione. La pandemia ci sta insegnando, tra le lezioni, che dobbiamo mantenerci sempre pronti a intervenire. Abbiamo programmato al momento un recupero della didattica in presenza al 7 gennaio. Nel corso del Cdm c’è stata una pausa durante la quale i ministri Azzolina, Boccia, e De Micheli mi hanno informato che i tavoli presso i prefetti stanno funzionando molto bene, con sinergia. Questo ci dà maggiore fiducia per la ripresa in presenza a gennaio”, così commenta il premier Giuseppe Conte in conferenza stampa tenutasi a Palazzo Chigi.
Il nuovo decreto ha quindi visto la nascita, accanto alla nuova stretta, anche di un fondo per i ristori, un fondo pari a 550 milioni, di cui 400 giungeranno nel 2020.
“Dobbiamo portare avanti la battaglia contro il virus con determinazione, anche prendendo decisioni non facili, sulla base delle valutazioni della comunità scientifica. Il Cdm ha adottato misure importanti per queste festività natalizie: ristorando le attività in difficoltà, è necessario fare il possibile per proteggere la salute dei nostri cittadini, con l’obiettivo di ripartire in sicurezza a gennaio”, afferma il capodelegazione del M5S Alfonso Bonafede.
Dal nuovo decreto si evince che durante il periodo delle festività si potrà uscire dal territorio dei piccoli Comuni sotto i 5mila abitanti, per spostarsi entro un raggio pari a 30 chilometri. Questa la decisione che il governo avrebbe comunicato alle Regioni, rettificando però che non ci si potrà muovere per andare nei Comuni capoluogo, anche se si trovano entro un raggio di 30 km, scelta alla quale la Regione Campania è contraria, il Governatore De Luca è pronto a varare una ordinanza per non consentire gli spostamenti neanche tra comuni con meno di cinquemila abitanti, come affermato durante la sua ultima diretta.
Da domenica la Provincia autonoma di Bolzano e le Regioni Campania, Toscana e Val d’Aosta passeranno in zona gialla a causa della scadenza dell’ordinanza vigente, ma vi resteranno soltanto per una giornata.