La vicenda che per 12 giorni ha coinvolto Novak Djokovic e il governo australiano è giunta all’epilogo. Il visto del campione è stato revocato e, di conseguenza, il celebre tennista sarà costretto a lasciare l’Australia.
Il campione, considerato uno dei più forti di tutti i tempi, non potrà prendere parte agli Australian Open e difendere il titolo conquistato nove volte. Novak dovrà rassegnarsi: non potrà raggiungere il suo obiettivo di superare Nadal e Federer nel numero di Slam vinti.
Novak Djokovic espulso dall’Australia: una sconfitta per il gioco
Il tribunale australiano ha preso una decisione definitiva che l’ATP ha così commentato: “La decisione odierna di confermare la cancellazione del visto australiano di Novak Djokovic segna la fine di una serie di eventi profondamente deplorevoli. In definitiva, devono essere rispettate le decisioni delle autorità giudiziarie in materia di salute pubblica. È necessario più tempo per fare il punto sui fatti e per trarre gli insegnamenti da questa situazione. Indipendentemente da tutto, Novak è uno dei più grandi campioni del nostro sport e la sua assenza dagli Australian Open è una sconfitta per il gioco“.
Conclude: “Sappiamo quanto siano stati turbolenti gli ultimi giorni per Novak e quanto volesse difendere il suo titolo a Melbourne. Gli auguriamo ogni bene e non vediamo l’ora di rivederlo presto in campo. L’Atp continua a raccomandare vivamente la vaccinazione a tutti i giocatori“.
Partenza alle 12:30 per Dubai
Il ricorso alla Corte Suprema è stato rifiutato e il visto è stato revocato. Novak Djokovic dovrà lasciare l’Australia a breve. Secondo il sito australiano The Age il tennista partirà alle 12:30 — 22:30 ora australiana — per Dubai con la compagnia Emirates Airway.
Il Ministro dell’Immigrazione, Alex Hawke, ha sostenuto la scelta della Corte Suprema: “Le forti politiche di protezione delle frontiere australiane ci hanno tenuti al sicuro durante la pandemia. Gli australiani hanno fatto grandi sacrifici per arrivare a questo punto e il governo Morrison è fermamente impegnato a proteggere questa posizione, come si aspetta il popolo australiano“.