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Nola: la Festa dei Gigli patrimonio immateriale dell’umanità

La Festa dei Gigli di Nola si celebra ogni anno a giugno in onore del Santo Paolino.

Il Santo, nato a Bordeaux nel 354 d.C. da una famiglia nobile e ricchissima, arriva a Nola per la prima volta a soli ventiquattro anni come Console della Campania.

Lascerà la cittadina partenopea dopo la nomina a prefetto di Roma, per fare ivi ritorno dopo la morte prematura dell’unico figlio nato dal matrimonio con  Terasia. In seguito a questo evento deciderà di  ritirarsi a vita monastica. La scelta di ritirarsi a Nola è dovuta, probabilmente, alla sua vicinanza alla  vita religiosa di Felice “in  pincis” , sepolto proprio lì.

Le gesta che legano indissolubilmente il Santo alla città di Nola arrivano con l’invasione di Alarico nel  409 A.C, che saccheggia la città facendo diversi prigionieri.

La tradizione vuole, stando a gli scritti di Papa Gregorio Magno, che per liberare i cittadini nolani, l’allora Vescovo Paolino, diede in cambio tutti i suoi averi e quando questi finirono offrì se stesso al re dei Vandali, per riscattare il figlio di una vedova.

Servì il re per diversi anni, come suo giardiniere, sino a quando non preannunciò la dipartita del sovrano che liberò lui e i suoi concittadini.

Al suo ritorni a Nola venne accolto dal popolo nolano con dei gigli, dal quale prese il via la tradizione della festa folkloristica ancora oggi celebrata e che da alcuni anni è tra i patrimoni immateriali dell’umanità decisi da UNESCO.

I Gigli

Se la tradizione vuole che la  processione dei gigli sia la trasposizione in enormi macchine lignee portate a spalla dei fiori con il quale fu accolto San Paolino, studi recenti hanno invece portato alla luce la possibilità che la festa sia una trasposizione cattolica di una festa pagana per la fertilità celebrata in concomitanza al solstizio d’estate.

Un giglio inizialmente altro non era che un semplice ornamento dei ceri portati in processione, ma nei secoli è diventato una vera e propria struttura lignea eseguita da artigiani, maestri d’ascia, carpentieri e falegnami che hanno costruito la loro esperienza sulla base della realizzazione della “macchina” dell’anno precedente.

I Gigli, che oggi sfilano per le strade della città,  sono così costituiti: c’è una  “borda”, un’asse centrale sulla quale sono collegati tutti gli elementi strutturali in una condizione di maggiore stabilità ed elasticità, in moda da poter sopportare gli sforzi e le tensioni interne  determinate da forze dinamiche agenti sulla struttura, specialmente nello stato di moto.

Sollevati sulle spalle dei “Cullatori” attraverso una serie di varre e varretielli, barre e barrette realizzate in legno di castagno procedono sul percorso cittadino mediante un moto oscillante, simile all’atto del cullare, da qui presumibilmente il nome degli uomini che li trasportano.

La grande macchina di legno è solitamente rivestita da pregiati ornamenti realizzati in carta pesta. Questa antica arte si sviluppa a Nola grazie ad artisti cartapestai leccesi e decoratori dello stucco napoletani presenti sul territorio in occasione dell’allestimento decorativo e statuario del Duomo e viene “adottata per la vestizione degli obelischi grazie alla capacità della carta pesta di adattarsi alle esigenze di elasticità e flessibilità richieste dalla struttura lignea.

Vengono ogni anno realizzati otto obelischi, uno per ogni corporazione che secondo la tradizione accolsero il Santo al suo rientro a Nola, sono queste nell’esatto ordine in cui sfilano i Gigli: ortolano, salumiere, bettoliere, panettiere, una barca ( simbolo del rientro del Santo dopo schavitù ), baccaio, calzolaio, fabbro e sarto.

Gli otto obelischi più la barca sono portati a spalla da squadre di uomini, i cullatori, chiamate paranze, capitanate da un coordinatore chiamato capoparanza che impartisce i comandi per il corretto trasporto dell’obelisco alla paranza.

Ogni paranza è costituita da oltre 200 persone, in quanto per sollevare un giglio occorronol non meno di 120 cullatori e questi di  tanto in tanto hanno bisogno di un cambio.

La festa

La festa dei gigli si celebra ogni anno nella prima domenica di Giugno successiva al 22, data in cui il calendario ecclesiale celebra San Paolino.

La festa si divide in due momenti centrali.

Nella prima parte, la domenica mattina, i Gigli giungono in Piazza Duomo dai vari punti della città dove sono stati costruiti, per ricevere la benedizione da parte del Vescovo della città, che sfila tra loro insieme al busto argenteo di San Paolino.

Nella seconda parte, che parte nel primo pomeriggio e termina nella notte (negli ultimi anni ormai nelle prime ore del mattino) del lunedì, gli obelischi sfilano tra le strade del centro storico della città.

Il percorso, fatto di strade piccole e insidiose, è attraversato a ritmo di musiche realizzate da fanfare che si trovano sullo stesso giglio.

I cullatori delle nove corporazioni per rendere ancora più difficoltosa e spettacolare la Kermesse si sfidano in vere e proprie gare di forza, esibendosi in girate e altro ancora per le strade del percorso.

 Perchè festa eterna

La Festa dei gigli di Nola è anche conosciuta come festa eterna. Questo perchè prima di giungere alla sfilata della Domenica c’è tutta una serie di eventi che parte con l’assegnazione ai nuovi maestri di Festa per l’anno successivo. Durante l’anno poi i maestri di festa di ciascuna corporazione, insieme al loro comitato, organizzano delle feste private con il duplice scopo di celebrare il Santo e raccogliere questue per la realizzazione della kermesse estiva.

La tradizione di assegnare i gigli al maestro di festa successivo alla mezzanotte dell’anno precedente, quando è ancora in corso la ballata ha fatto si che la festa si guadagnasse il titolo di festa eterna, per i nolani e tutti gli appassionati provenienti dai paesi limitrofi, la festa nasce quando muore.