Il celebre musicista e compositore Niccolò Jommelli nacque ad Aversa nel 1714, famoso per aver inventato e diffuso il “crescendo” (un graduale aumento dell’intensità musicale).
Frequentò il Conservatorio di Sant’Onofrio a Porta Capuana, guidato da Durante, per poi passare al Conservatorio della Pietà dei Turchini, per volere del padre.
Niccolò Jommelli: un “crescendo” di bravura
Le sue notevoli abilità come musicista e compositore lo condussero fuori dall’Italia, e in particolar modo ricevette offerte di lavoro da Mannheim, Lisbona e Stoccarda, dove ebbe modo di diffondere i canoni propri della Scuola musicale napoletana.
La musica di Niccolò Jommelli è ancora oggi un fluire di emozioni incontrastate, basate su un arduo lavoro, che nonostante sia trascorso molto tempo, non smette di sorprendere, per bellezza e suggestione.
La sobrietà della sua musica, un misto di identità germanica e sensibilità musicale italiana, si fonda sulle vicissitudini passate del Regno di Napoli, di quel giovane musicista, che lasciò Aversa, dov’era nato e si trasferì all’estero.
Una musica semplice ed indiscutibilmente emozionante, che oggigiorno è studiata ed analizzata dai musicisti più eruditi, ed eseguita durante concerti e spettacoli musicali.
Jommelli: il poeta della musica
Ricordiamo che nell’ambito della musica di Jommelli, il contesto storico di riferimento è molto importante; infatti, il celebre musicista si fece strada, proprio quando l’opera comica, cambiò, mutando in opera buffa e trasformandosi successivamente in dramma giocoso.
All’inizio della propria carriera, ma soprattutto quando prese a comporre, l’opera italiana si basava sui virtuosismi dei cantanti solisti, mentre il dramma vero e proprio ricopriva un ruolo secondario.
Con melodie che sembrano non conoscere limiti di spazio e di tempo, Jommelli, diede vita ad una caratterizzazione musicale unica, continuando ad occupare un ruolo predominante nell’ambito della storia musicale non solo napoletana.
Niccolò Jommelli, è considerato il maestro napoletano per eccellenza, tra i più acuti e raffinati musicisti della storia. Più volte definito il musicista “filosofo” per il sensazionale modo con cui riusciva a far comprendere i propri versi. Come non ricordare una delle sue opere principali, “Didone”, all’interno della quale viene fuori il talento metrico del compositore napoletano, resi emozionanti e perfettamente evocativi.
Un abile giuoco mediante il quale le note si trasformano quasi in parole, e raccontano per gli altri.