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Nerone – MAXTAPE è il trono nel rap game italiano

Se il destino è nel nome, nel rap game  made in Italy Nerone corre per il titolo imperiale.

Nel 2019 Gemini diede la consacrazione oltre Milano e la Padania underground fatta da meridionali di seconda generazione, da cui è uscito per imporsi con la metrica imponente e un background di contenuti che gli fa da scettro.

A rendere l’idea dell’iter è stato l’annuncio, in modo totalmente analogo all’album con un freestyle a Realtalk che è rimbalzato su Instagram unito alla dicitura “inizia il viaggio!”.

MAXTAPE, in uscita il prossimo 26 marzo è l’affermazione di un modus artistico che ha sempre appetiti, cupido e livido del miglior flow urban, che catalizza nei featuring la componente alchemica del fare rap.

Anticipato da 6 tracks che palesano maggiormente la forza tecnica delle sue rime, Nerone sa toccare le corde del cuore e realizzare una catarsi emotiva, come si evince dal pezzo “mezza siga”.

Unitamente alle tematiche non manca l’occhio critico, anche con filo ironico verso la scena trap italiana, che si innestano in racconti di periferie dominate dalle fiere dantesche.

Allo stesso tempo nelle 18 tracks di MAXTAPE la metropoli milanese è una giungla d’asfalto che giganteggia dietro e davanti le corde liriche di un rapper estraneo al trapper fotocopia.

Dai dinosauri dell’hip hop nostrano come J-Ax e Fabri Fibra, passando al padrino di Milano ex club dogo Jake La Furia,  al rap a fronn’ ‘limone agguerrito di Clementino, Nerone mostra la fatica dell’ emulazione e superamento delle barre.

Lo scavo attraverso il feat prosegue a ritroso, fino a Tormento, ritornato in auge con i Sottotono e Danti dei Two Fingers.

Ad un tale cursus si accompagna con alcune dei componenti aulici della categoria Mc’s ultima come Nitro Wilson, Gemitaiz, Emis Killa fino ai pochi non allineati della new generation come Axos, Boro Boro e Gianni Bismarck.

Domenico Papaccio
Domenico Papaccio
Laureato in lettere moderne presso l'Università degli studi di Napoli Federico II, parlante spagnolo e cultore di storia e arte. "Il giornalismo è il nostro oggi."