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Nel 1954 conquistata la vetta del K2: un’impresa italiana

31 luglio 1954 viene conquistata la vetta del K2, la montagna più alta del mondo.

È un’impresa tutta italiana realizzata degli alpinisti Achille Compagnoni e Lino Lacedelli.

Questa storica scalata portò al battesimo della stessa come “La Montagna degli italiani”.

Dal punto di vista storico la scalata portò al paese enorme risalto in Europa e nel mondo. Fu in tutto e per tutto un impresa eroica.

Compagnoni e Lacedelli: i primi a scalare il K2

Achille Compagnoni nacque a Valfurva il 26 settembre 1914.

Nel 1953 fu convocato da Ardito Desio per far parte della spedizione italiana che nel 1954 avrebbe tentato la salita al K2. Superate le selezioni preliminari, Compagnoni partì per la spedizione, durante la quale ebbe funzione di braccio destro ed assistente del capo spedizione Ardito Desio.

Durante la memorabile scalata riportò il congelamento di alcune dita delle mani, che gli causarono un lungo ricovero al rientro dalla spedizione.

L’impresa del K2 gli valse nel 1954 la medaglia d’oro al valor civile. Nel 2003 fu nominato Cavaliere di Gran Croce, Ordine al Merito della Repubblica Italiana. Fu inoltre campione italiano di sci nordico e scalò il Cervino più volte per vie diverse.

Lacedelli era membro degli Scoiattoli, gruppo di arrampicatori non professionisti nato nel 1939 a Cortina, e tuttora attivo nella sfida e alla scoperta delle meravigliose Dolomiti Unesco.

La storica impresa

L’impresa compiuta da questi italiani ha un carattere ancora più straordinario se si pensa che a quell’epoca i mezzi a disposizione degli alpinisti non erano sofisticati come quelli attuali.

Quando si narra della conquista del K2 si ricordano sempre i nomi di Compagnoni e  Lacedelli, ma i due non erano soli.

A condividere quest’esperienza estrema della durata di circa due mesi, con lore c’era una squadra composta da trenta persone, tra le quali ricordiamo Walter Bonatti e Amir Mahdi, il cui contributo si è rivelato fondamentale per la riuscita dell’impresa.

Cime già ricordato a guidare la spedizione c’era  Ardito Desio e l’impresa fu patrocinata dal Club Alpino Italiano, dal Consiglio Nazionale delle Ricerche, dall’Istituto Geografico Militare e dallo Stato.

La via che li ha condotti agli 8.611 metri di quota è lo “Sperone degli Abruzzi”, lungo il quale sono stati posti nove campi (i primi allestiti tra fine maggio e inizio giugno), oltre al campo base e al bivacco finale Bonatti-Mahdi.