Ogni anno sono sempre più numerose le persone che festeggiano il Natale, ricorrenza importante soprattutto dal punto di vista religioso. Nel corso del tempo, cantanti, autori, poeti, ne hanno celebrato l’importanza attraverso metafore e citazioni, ma anche veri e propri componimenti.
Una delle poesie più celebri fu composta da Giuseppe Ungaretti, il quale scrisse, Natale, uno dei componimenti più studiati tra i banchi di scuola, nonostante il suo carattere tendenzialmente triste, e che meglio rappresenta l’indole del poeta. Ungaretti sottolinea, nella propria poesia, la voglia di non festeggiare, nonostante aleggi nell’aria la presenza del Natale. È importante sottolineare però, che l’avversità dell’autore, non fosse nei confronti della festività in sé, bensì rappresenti una sorta di ribellione interiore e non, verso la realtà bellica e la società del tempo. Naturalmente il riferimento è ai ricordi che Ungaretti stesso ha, nei confronti di quanto ha vissuto in guerra. Nel componimento, ambientato a Napoli, viene descritta una città caotica, colma di persone, in cui ogni spazio è saturo.
Naturalmente, Napoli oggigiorno appare così come Ungaretti la descriveva nella propria poesia, caotica, ma al contempo essa è densa d’amore, di passione, di tradizione, e tutto si tinge, si accende, così come le luminarie che contornano i balconi delle abitazioni e le lucine ad intermittenza, che colorano gli alberi di Natale addobbati a festa.
Un’altra poesia da menzionare è di Umberto Saba, e si intitola “il Natale come culla della gioia”; come si apprende dal titolo, è un componimento più allegro rispetto al precedente, e probabilmente meno metaforico; esso è caratterizzato da una metrica e da una sintassi chiare e lineari, che permettono una facile comprensione. Anche in questo caso si tratta di una poesia molto conosciuta, inserita nei programmi scolastici. Le parole del testo richiamano la serenità domestica e al contempo fanno riferimento ad un forte senso di raccoglimento, in opposizione alla tristezza. Ad illuminare e dare speranza appare una candela, forza indomita d’amore, la cui luce illumina di speranza l’animo umano e al tempo stesso, sprona l’autore a scrivere.
La forza dell’amore che ogni giorno dovrebbe caratterizzare l’animo umano, a volte troppo impegnato in attività frenetiche e poco attento all’essenza delle cose necessarie e vere. Una metafora spesso ignorata, che ricorda l’importanza dell’amore, sentimento di cui si tinge il Natale.
La religiosità è predominante nelle festività natalizie, diventa quasi preponderante, soprattutto per quanti vivono il proprio Credo in modo soggettivo. In questo ambito, si può inserire una poesia di Luigi Pirandello, intitolata Sogno di Natale; è sicuramente un componimento un pò complicato, in quanto in esso viene trattato il tema della religiosità attraverso varie sfaccettature. Pirandello sottolinea l’importanza della religione intesa come relazione e come atto d’amore.
In questa impostazione, però, viene fuori qualcosa di decisivo: una concezione di Dio come potenza creatrice che nella sua immensa forza, riesce a rendere libera la creatura che da lui per tutto dipende.
L’immagine che ne scaturisce è sicuramente abbastanza personale, in quanto, ognuno vive la religiosità a modo proprio, dando valore a ciò che crede.
Grazie a tre meravigliose poesie, di tre autori diversi e con tre pensieri differenti, è possibile cogliere una parte dell’essenza del Natale. La bellezza che sprigiona da una festività tanto importante, le metafore che colmano quotidianamente l’esistenza. La letteratura è una forma d’arte, è sapienza, così come il Natale, con la sua forte impronta, è essenza pura dell’esistenza.