La prima di Erba, al Napoli Teatro Festival Italia.
Prosegue la seconda settimana della tredicesima edizione del Napoli Teatro Festival Italia, diretta da Ruggero Cappuccio, realizzata con il sostegno della Regione Campania, presieduta dal governatore Vincenzo De Luca.
Organizzata, dalla Fondazione Campania del Festival, guidata da Alessandro Barano.
Mercoledì 8 luglio, il Festival presenta in prima assoluta, per la sezione “Osservatorio”, il progetto “In Erba”, della Bellini Teatro Factory, in scena nel Giardino Romantico di Palazzo Reale, alle 21,00.
Si realizza una continuità tra il vecchio triennio e il nuovo triennio della Factory del Teatro Bellini di Napoli.
I testi firmati dalle allieve, di drammaturgia, sono interpretati dagli attori dei corsi del Bellini e diretti dai neodiplomati di regia del primo corso.
Si tratta del debutto pubblico, del secondo triennio formativo che si concretizza in due atti unici.
I titoli delle opere teatrali sono: “Mia madre non capisce” di Marta Polidoro per la regia di Salvatore Cutri’e Pupacci, e “Quelli che non saranno di Elvira Buonocore, per la regia di Salvatore Scotto D’Apollonia.
Proseguono inoltre oltre i variegati appuntamenti teatrali, Siti monumentali campani: 11 percorsi teatrali gli appuntamenti musicali e cinematografici all’interno della rassegna del Festival, al Cortile di Palazzo Reale.
Si comincia alle ore 19 e 30, con “armenia” nell’ambito del progetto 7 Gradi a cura di Massimiliano Sacchi, sul palco Francesco De Cristofaro, polistrumentista ed etnomusicologo, propone un concerto pianistico, frutto della sua ricerca su Komitas, frate musicista, che all’inizio del ventesimo secolo, raccolse il repertorio tradizionale armeno di danze e canzoni.
Il ricavato del concerto, sarà devoluto in beneficenza alla Fondazione Pascale di Napoli.
Alle 22 00, focus su Vittorio De Sica e Tina Pica con la proiezione del film “Il Conte Max” di Giorgia Bianchi del 1957 e 1997, inserito all’ interno della rassegna cinematografica “schermo per la scena”, “Corpo e voce dell’attore napoletano”, una tradizione itinerante di recitazione per teatro e cinema degli anni Quaranta e Sessanta.
Curata da Roberto D’Avascio, la storia tratta di un giovane edicolante affascinato dai modi e dagli usi dell’alta aristocrazia, decide di entrare a far parte del bel mondo.
Con l’aiuto di uno squattrinato conte, suo amico, riesce ad intrufolarsi fra la gente bene ed avere una relazione sentimentale con una baronessa.
Ben presto si rende conto che quella vita non è adatta a lui.
Interessante questa commistione tra il teatro ed il cinema, il Napoli Teatro Festival Italia, segna l’inizio di un segnale di ripresa delle attività culturali teatrali, musicali e cinematografiche, fondamentali, non solo per un mero fine culturale e associativo, ma un passo deciso verso una ripresa occupazionale, di tutti i lavoratori dello spettacolo.