Sono stati in tantissimi a recarsi presso la chiesa di Santa Maria della Croce del Pozzo a Somma Vesuviana (Na), per assistere ai funerali del vice brigadiere Mario Cerciello.
Un migliaio di persone si aggiravano all’esterno dell’edificio di culto: preti, uomini delle forze dell’ordine, parenti, amici e anche la gente comune toccata dalla mesta vicenda dell’uomo.
Mentre all’interno della chiesa, le panche traboccavano di persone radunatesi per rendere omaggio al carabiniere eroe di cui oramai tutti i media parlano. In bella vista le corone di fiori del presidente della Repubblica, dei capi del Senato e della Camera e della compagnia a cui apparteneva il giovane Mario.
«Mario era fiero di essere carabiniere e come tale aiutava tutti quelli che incontrava sul suo cammino, nessuno escluso. Non chiediamo al Signore perché ce lo ha tolto, ringraziamolo per avercelo donato» ha dichiarato l’arcivescovo, durante la celebrazione del cattolico rito.
«Quanto è accaduto è ingiusto», e «ci spinge, oggi, a levare un grido che si unisce alla tante e diverse voci che in questi giorni hanno formato un unico coro, testimoniando la straordinarietà dell’uomo e del carabiniere Mario, ma anche chiedendo giustizia e che eventi come questo non accadano più. Basta! Basta piangere servitori dello Stato, figli di una Nazione che sembra aver smarrito quei valori per i quali essi arrivano a immolare la vita», ha aggiunto l’uomo di chiesa.
Monsignor Marcianò ha tessuto le lodi, per tutta la durata della messa, del vice brigadiere, simbolo di umanità, coraggio e determinazione. Impegnato a servire la vita altrui, ha perso la sua, per mano stessa di chi aveva tentato di trascinare fuori dal buio, l’uomo che l’ha accoltellato.
La bara è stata avvolta nel tricolore italiano e su di essa sono state poste le fotografie del matrimonio e la maglia del Napoli, squadra per la quale tifava.
In lacrime la consorte, per la perdita del coniuge.