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Napoli: la storia di M. Shelley che non conoscevamo

Il romanzo horror inglese che tutti conosciamo del dottor Victor Frankenstein ha una parte del romanzo originale di Mary Shelley che tutti ignorano. Le vicende dell’opera si svolgono quasi interamente fra la Baviera e la Svizzera, nel primo capitolo del romanzo è scritto chiaramente che il dottor Victor Frankenstein è nato a Napoli, più precisamente a Riviera di Chiaia, da una nobile famiglia.

Questo omaggio alla città di Napoli nasce quando l’autrice visitò Napoli agli inizi del 1800 e rimase profondamente colpita dalla sua bellezza e dal clima paradisiaco, ma soprattutto dai misteri, dall’esoterismo e dalla magia che si respira in ogni vicolo della città.

Spesso si cita il passaggio del primo capitolo del romanzo di Mary Shelley per far luce sulle origini di Victor Frankenstein, lo scienziato che crea il mostro, la creatura nata dalla materia inanimata. «Io, il loro primogenito, nacqui a Napoli». Però l’indicazione riguardo la nascita di Frankenstein, non risulta nella prima edizione, apparsa duecento anni fa, il primo gennaio del 1818, quando la piccola casa editrice inglese Lackington pubblicò in appena cinquecento copie il romanzo che solo in seguito avrebbe rivoluzionato la letteratura ponendo le basi della fantascienza nera.

Come mai nell’edizione del 1818, nella sua forma cupa, macabra, originaria, priva di censure, non c’è nessun riferimento a Napoli? Perché Mary arrivò in città in compagnia di suo marito, il poeta Percy B. Shelley, solo alla fine del 1818, molti mesi dopo l’uscita della prima edizione. A testimoniare l’ammirazione per la città da parte dell’autrice ci sono il diario di Mary dove annotava spostamenti e abitudini, e poi anche il suo terzo romanzo, “L’ultimo uomo” che apparirà nel 1826, che inizia così: «Visitai Napoli nel 1818. L’8 dicembre di quell’anno, io e il mio compagno attraversammo il golfo, per visitare le antichità sparse sulle coste di Baia».

I coniugi Shelley arrivarono a Napoli per usufruire del clima mite che possa far bene alla salute già compromessa di Percy, ma anche all’animo di Mary gravato da una lunga lista di lutti. Mary, infatti, dopo la morte della madre,  nel 1815 perde la prima figlia, dopo poche settimane dal parto. Un dramma che prova a esorcizzare scrivendo “Frankenstein”, un anno dopo sul lago di Ginevra. Poi nasce la figlia Clara, la cui salute è già precaria, che muore nel 1818, pochi mesi prima dell’arrivo a Napoli. La città, dopo tanti dolori, rappresenta il tentativo di un nuovo inizio, il continuo tentativo di ritrovare, ovunque si trovi, un senso, e per tenere a bada la morte.

Il 27 febbraio, nel quartiere Montecalvario, Mary e Percy registrano una bambina, Elena Adelaide. Le ipotesi sono tante. Forse lei e Percy hanno deciso di salvare una bambina dalla povertà adottandola, oppure Percy cerca in qualsiasi modo di consolare la sua Mary dalla perdita di Clara.

Mary rinasce a Napoli, trova una nuova speranza, anche se per poco. Elena Adelaide morirà un anno dopo, quando perderà anche suo figlio William. La morte continuerà a inseguirla, e nel 1822 l’amato Percy annega al largo di Viareggio. Un dolore immenso dopo l’altro.