Perché continuare a non far nulla per mutare tale situazione? Per quale motivo bisogna vivere da inetti poiché incapaci di operare delle scelte? Contemplare la vita, piuttosto che viverla: pare essere questo l’errore di Italo Svevo, autore del tardo Ottocento, con una concezione alquanto bislacca dell’esistenza. Un’ideologia, però, condivisa, almeno attualmente, dal Napoli, il quale fatica a modificare le proprie condizioni ed a cominciare a vivere la propria esistenza con un minimo di brio in più. È necessario quel brivido lungo la schiena per far sì che il club campano sgorghi dirompente e mostri la propria indole aggressiva.
Un’impetuosità che sarà fondamentale per battere l’Inter di Conte, una delle corazzate più possenti ed imponenti di questo campionato. La gara di stasera al “Diego Armando Maradona” sarà la 150 in Serie A tra partenopei e La Beneamata: il bilancio strizza l’occhio ai nerazzurri, inoltre scenderà in campo una versione targata Conte, una delle più forti di tutta la storia del club milanese. Alla guida del tecnico salentino, sono state tre le vittorie contro il Napoli, in effetti un tabù da sfatare per Rino Gattuso; quest’ultimo ha sempre perso contro contro Antonio, ma stasera la melodia da intonare potrebbe mutare, la bestia nera potrebbe essere annientata.
Mai più un atteggiamento come nel confronto con la Juventus: in alcuni big match stagionali, difatti, si sottolinea l’assenza di cazzimma ed è giunto il momento di farla fuoriuscire con veemenza. La retroguardia nerazzurra pare impenetrabile, ma gli azzurri devono incutere timore ai propri avversari. Ringhio dovrà usufruire di tutti i dardi contenuti nella propria faretra, è opportuno conquistare tre punti ricoperti d’oro per la corsa Champions. Una sconfitta potrebbe far spezzare il filamento al quale sono aggrappati gli azzurri, e precipitare poi nel baratro. Decretare le decisioni più consone per abbandonare lo stato di inettitudine e tentare poi di servirsi delle proprie capacità, il Napoli è sagace e deve dimostrarlo.
Una vittoria per l’Inter significherebbe un ulteriore passo in avanti per la conquista del titolo, il quale manca da ormai dieci anni, dagli storici tempi d’oro di Mourinho. Dal canto loro, anche gli azzurri sono alla ricerca di punti. Sembra, inoltre, che il futuro del tecnico calabrese sia già deciso: lo shofar, piccolo corno di montone, ha già annunciato l’addio di Rino, escludendo improvvisi colpi di scena, la frattura tra l’allenatore e De Laurentiis pare sia insanabile. Circa 35 giorni all’addio, circa 35 giorni per andare via con la testa alta e il petto gonfio d’orgoglio, 35 giorni per dire ancora la sua. L’obiettivo resta comunque saldo nella mente di Gattuso e dello stesso Napoli, la priorità resta centrare la qualificazione alla prossima Champions.
Rino ha già scelto l’undici titolare, “agevolato” da qualche scelta forzata: i due assenti Ospina e Lozano saranno sostituiti rispettivamente da Meret e Politano. La coppia difensiva sarà costituita da Koulibaly e Manolas, Di Lorenzo sulla corsia di destra. Su quella mancina persisterà uno dei dubbi gattusiani fino a pochi minuti prima del fischio dell’arbitro: Hysaj o Mario Rui? Molto dipenderà anche dal genere di partita preparata dal mister. In cabina di regia Demme e Fabiàn, assolutamente inamovibili, in particolare lo spagnolo, autore di grandi prestazioni ultimamente. Zielinski stringerà i denti e dovrebbe ottenere una maglia da titolare, il Magnifico tenterà, ancora una volta, di trascinare la propria squadra al successo. Osimhen sarà il centravanti del reparto offensivo, la sua velocità sarà l’arma in più per trafiggere la difesa nerazzurra; la staffetta con Mertens sarà effettuata a gara in corso.
Uno scontro tra titani, tra due squadre con traguardi differenti, ma simile mentalità. Uno scontro gigante tra giganti, una sfida molto fisica, tra calciatori di spessore, altri in rampa di lancio, altri ancora molto giovani e talentuosi. Conte si affida alla coppia “LuLa“, trascinatore del club nerazzurro; Gattuso, invece, conta su Osimhen, l’acquisto più caro della squadra azzurra, emettendo con clamore un assordante “ringhio” Champions.