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Napoli, in giro per il Palazzo Zevallos Stigliano

IL Covid-19 scarta l’idea di arrendersi, si incammina per sentieri cupi e intricati. Ma la cultura e l’arte cari lettori, non hanno nemmeno preso in considerazione l’idea di sospendere le proprie funzioni e si ergono con il petto gonfio d’orgoglio, pronti ad abbattere ogni tipo di impedimento. Dopo il lockodown e il proseguimento dell’esistenza con la cautela collocata al centro di tutto, fanno ritorno a Napoli e in Italia le mostre temporanee alle Gallerie: si riparte infatti da Palazzo Zevallos Stigliano, con Napoli Liberty.
N’aria ‘e primmavera“, generata e curata da Fernando Mazzocca e Luisa Martorelli, è un progetto culturale originale, dedicato al movimento Liberty, il quale entra in contatto con numerosi campi, dalla pittura e dalla scultura fino all’architettura passando attraverso le arti. Si pone l’obiettivo di lasciarsi alle spalle il passato, in una potente tensione ideale.
Incredibile quanta bellezza ci sia in una sola mostra: sono più di settanta le opere che fungeranno da cornice ad un quadro meraviglioso, costituito da dipinti, gioielli, sculture e manifatture varie. Si metterà in luce la diffusione dello stile modernista e i caratteri originali dell’arte a Napoli, nell’arco di tempo dal 1889 al 1915.
Si apre il ventaglio, quindi, si inizia a muovere la mano e spirano tante novità, tra cui “N’aria ‘e primmavera“. Una folata di innovazione che soffiò in tutta Italia tra la fine dell’Ottocento e gli inizi del Novecento, mutando nel profondo il volto della città partenopea e il gusto di un Paese giovane, il quale aveva conquistato la sua unità soltanto trent’anni prima.
Anche Napoli fu influenzata da queste trasformazioni: qui il gusto e l’arte Liberty indussero ad un repentino sviluppo sia nelle arti industriali che in quelle figurative. Si fa riferimento alla ristrutturazione del cortile centrale di Palazzo Zevallos Stigliano su progetto di Luigi Platania, meravigliosa testimonianza del gusto Floreale a Napoli e all’impennata positiva di giovani artisti, che sulla scia di movimenti secessionisti di fine secolo, diedero luogo alle prime avanguardie. Fu di fondamentale importanza soprattutto la presenza di Felice Casorato.
Questa mostra ha il fine di presentare il periodo in cui determinate azioni devono essere eseguite spontaneamente, a volte, non troppo, irresponsabilmente e con quel mix di sventatezza ed estemporaneità, che fino a poco tempo fa, simboleggiava i più realistici sprazzi delle nostre esistenze. L’evento si apre con una sala dedicata ai dipinti del soggiorno di Felice Casorati a Napoli, che anticipano, nelle stanze successive, i capolavori di quei personaggi principali di quel movimento d’avanguardia, nato dal 1909 per iniziativa di Edoardo Pansini, Eugenio Viti, Edgardo Curcio, Francesco Galante e Raffaele Uccella insieme agli scultori Costantino Barbella, Filippo Cifariello e Saverio Gatto.
Uno spazio importante viene riservato alle arti applicate, le quali si mescolano con le arti maggiori in una prospettiva di produzione moderna nella nuova era del consumo. In mostra ci sono anche due splendide opere di un maestro-intagliatore, che lavora il legno intarsiato seguendo linee tondeggianti, Almerico Gargiulo. Saranno esposti, però, anche capolavori di altissimo livello, nel settore dell’oreficeria preziosa e delle manifatture delle pietre dure, genere in cui Napoli diviene prima in Europa. Qui si potranno osservare i gioielli di Vincenzo Miranda, Emanuele Centonze e Gaetano Jacoangeli. Sarà esposta anche la Scuola del Corallo di Monte del Greco.
La mostra chiude il sipario con una sezione dedicata ai manifesti e alla grafica pubblicitaria, in cui Napoli è tra i maggiori centri italiani. Con questo nuovo stile, si tenta di allontanare la città partenopea dagli anni del colera. D’altronde, è anche vero che Napoli si nutre da sempre di libertà ed affetto, ma in particolare, del suo intreccio. Siete pronti ad assistere ad una delle mostre più originali della città campana?