Che cos’è la velocità? In fisica, è una grandezza vettoriale, definita come variazione di un corpo in funzione del tempo. Beh, in ambito calcistico, il tempo sta scorrendo inesorabilmente, la sabbia nella clessidra pare stia terminando, è giunto il momento di essere celeri per acciuffare un obiettivo, all’apparenza impossibile. La rincorsa Champions diviene sempre più intrigante, il treno per le qualificazioni alla competizione europea del prossimo anno è già partito: dopo il successo alla scala del calcio, il Napoli deve superare un intralcio soprannominato Roma, per accrescere ed intensificare i ritmi Champions.
Il treno, però, procede ad una velocità supersonica, la frequenza è pazzesca, non è sufficiente il concetto offerto dalla fisica: è piuttosto peculiare, invece, la rappresentazione mentale della rapidità per il Futurismo, movimento artistico nato nel primo decennio del ‘900. Avversari pervicaci della poetica romantica, i futuristi dichiaravano l’esigenza di valicare lo sguardo teso all’orizzonte, sostituendolo con un celere slancio del proprio animo. Si tratta di un impeto che esorta a penetrare gli spazi verticali nelle profondità dal cielo ad una velocità inimmaginabile, cogliendo l’attimo più fuggente dell’esistenza.
Il Manifesto del Futurismo, fondato da Filippo Tommaso Marinetti, tratteggia questa velocità, invocando l’immagine del “promontorio estremo dei secoli”. Cosa sarebbe? Semplicemente il luogo in cui il tempo comincia a morire; la celerità acquisisce un potere straordinario, il dinamismo eterno diviene onnipresente. Questo tema, dunque, affronta ed oltrepassa i limiti imposti da qualsivoglia genere di impedimento, si eternizza, così, in una dimensione universale. Una realtà alla quale appartiene anche il Napoli: è necessario, infatti, usufruire della nozione chiosata dai futuristi ed impiegarla per agguantare la qualificazione alla prossima Champions League.
In effetti, si tratta di una corsa all’ultimo treno, perché quella dell’Olimpico sarà una sfida ad eliminazione diretta: con nessun futuro passo falso, chi perderà questo scontro, infatti, dovrà dire addio al desiderio di prenotare una poltrona tra le grandi d’Europa. Il Napoli di Gattuso va a Roma anche a caccia di conferme, in una gara davvero delicata. Entrambe le compagini sono a quota 50 punti, a -2 dall’Atalanta quarta ed a -6 dal Milan secondo, consumato dalla stanchezza di una stagione vissuta ad altissimi livelli. La vincitrice di questa sfida potrà proseguire la propria corsa e resterà aggrappata a questo treno dalla velocità supersonica, costantemente in attività, mai statico. La Roma è reduce dalla bella vittoria in Ucraina contro lo Shakhtar: gli enormi sforzi dei giallorossi in Europa potrebbero, infatti, influenzare l’andamento del match.
Roma-Napoli, però, sarà anche la partita tra due promettenti allenatori, entrambi spesso condannati dalla condotta della piazza capitolina e partenopea, calorosa sì, ma spesso troppo impaziente. Tutt’ora Fonseca e Gattuso non sono certi della loro permanenza, il loro destino è avvolto da una patina di incertezza, essere in bilico è divenuta consuetudine ormai. Un anno vissuto sul filo, entrambi i tecnici sono aggrappati ad esso con lo sguardo rivolto verso l’alto, guardare in basso suscita uno stato di timore, precipitare nelle profondità dell’esonero è turpe. Risultati e fiducia da parte delle rispettive proprietà sono stati altalenanti fin qui, all’ombra di due presidenti che pretendono molto.
Rientrati alcuni partenopei dopo degli infortuni rimediati in campo, mister Gattuso, quindi, può contare su un numero maggiore di calciatori. In porta toccherà probabilmente ad Ospina difendere i pali della porta azzurra, Manolas scalpita per una maglia da titolare e per sostenere Koulibaly, escludendo automaticamente Maksimovic. Sulla corsia di destra spazio ad Hysaj e su quella mancina ci sarà Mario Rui, ex della gara. In cabina di regia sarà presente la coppia Demme-Fabian ed in attacco Politano, Zielinski ed Insigne alle spalle dell’unico centravanti, Dries Mertens. Il Napoli si affiderà al talento e alle giocate del folletto belga per vincere una partita delicata ed ostica. Gattuso non rinuncerà al suo 4-2-3-1 e ad un successo: una vittoria sarebbe vitale per garantirgli la permanenza all’ombra del Vesuvio.