Le lancette di ogni orologio si muovono repentinamente, l’attesa aumenta in modo sproposito, il momento è ormai giunto: è andato in scena un match spumeggiante, tra le due squadre in vetta alla classifica, due compagini che hanno battagliato per ottenere una vittoria fondamentale e per proseguire il loro percorso lungo la scia del successo. È stata una gara dal sapore speciale, non soltanto perché è stata combattimento agguerrito tra i partenopei e i diavoli, tra Napoli e Milan, ma è stato un vero crogiolo di intense emozioni, celeri nell’avvolgere il filo rosso del passato con quello del presente, un legame indissolubile tra ciò che era e ciò che è, un rapporto costante fra il trascorso e l’attuale. E voi tifosi del calcio come avete vissuto questo spettacolo?
La posta in palio era alta, anzi, altissima, ed era nota sia dalle parti di Milanello che a Castel Volturno. Alcuni ricordi sono riaffiorati alla mente, perché Napoli-Milan è stato teatro di meravigliose rappresentazioni remote, antichi scontri scudetto, e dopo interminabili decenni, è affascinante conoscere la reale valenza di questa gara, capace attualmente di decidere le sorti della zona alta della classifica. Sono dieci anni esatti che i rossoneri non trionfano al San Paolo, sarà la volta buona per sfatare questo terribile tabù? Risultato finale 1-3, maledizione distrutta.
Una sfida nella sfida, inoltre, sia in casa azzurra, con Gattuso che ha affrontato il suo passato rossonero da giocatore e da tecnico, sia tra le file del Milan, con Zlatan che è stato pronto a penetrare e colpire la retroguardia avversaria, disposta in campo dal suo arcaico allenatore. L’incrocio, dunque, tra due grandi amici ai tempi di Milanello, e anche nella medesima compagine, che per l’ultima volta ha espugnato il San Paolo nel 2010, la stagione nella quale i rossoneri trionfarono in Serie A. Grande amicizia e uno stretto rapporto ma soltanto fuori dal campo, perché sul rettangolo verde la battaglia è stata accesa. Sulla panchina rossonera si è seduto Daniele Bonera, al posto di Stefano Pioli, positivo al Covid-19, ma ciò non ha rappresentato un problema per la squadra milanese. Ed è stato proprio per questo che lo spettacolo in campo non è assolutamente mancato!
Dopo aver edificato insieme a Franck Kessié la barriera del Milan nell’unica annata vissuta in rossonero, Tiemoué Bakayoko ha ritrovato il Diavolo per la prima volta da avversario. Il franco-ivoriano del Napoli a Milano aveva istituito uno splendido legame con il centrocampista ex Atalanta ed oggi anche per loro è stato un duello davvero decisivo. Durante la finestra estiva di calciomercato, i rossoneri hanno tentato di riportare Bakayoko alla corte del Milan ma il Napoli ha bruciato la concorrenza ed è subito diventato una pedina indispensabile nello scacchiere tattico di Rino Gattuso, piazzandolo a centrocampo e riportandolo subito al rendimento di 731 giorni fa.
Ufficializzate le formazioni di questo posticipo dell’ottava giornata di Serie A, sebbene l’assenza pesante di Victor Osimhen, mister Gattuso conferma il solito modulo, il 4-2-3-1. Le sorprese cominciano dalla porta, con la presenza di Meret, che scippa la maglia da titolare ad Ospina, sulla corsia di destra l’insostituibile Di Lorenzo e su quella mancina il portoghese Mario Rui; al centro della retroguardia azzurra, il tandem Koulibaly-Manolas non si tocca!
A centrocampo ci sono Fabian Ruiz, il quale ha conquistato il posto anche per le ottime prestazioni sfornate con la Roja, e l’ex della partita Bakayoko. In zona d’attacco, il tecnico calabrese ha schierato tutti piccoletti: il capitano Insigne e Matteo Politano sui lati, “El Chucky” Lozano e Dries Mertens ad alternarsi nei ruoli di punta e sottopunta. L’assenza di Victor Osimhen è pesata, il centravanti nigeriano è indispensabile per la tattica degli azzurri: vero e proprio punto di riferimento di un gioco basato sulla ricerca della profondità. Senza la punta di diamante dell’attacco del Napoli, imporre la propria strategia è davvero dura.
Il protagonista indiscusso della serata? Indovinate un po’…ormai quando entra in campo il Milan, è una sentenza, punisce chiunque tenta di ostacolare il suo cammino e anche il Napoli è stata aggiunto alla sua lista nera: Zlatan Ibrahimovic si carica i rossoneri sulle proprie larghe spalle, li conduce alla vittoria esterna con una grandissima doppietta e li trasporta in vetta alla classifica. È una corsa inarrestabile quella del Milan, ora i sogni possono assumere sembianze differenti e la realtà è più vicina che mai. L’approccio al match del Napoli non è stato quello giusto, gli errori, eccessivamente troppi, sono costati troppo, un prezzo davvero smisurato.
Nel primo tempo il Napoli è immerso nell’oscurità, il clima tenebroso e fosco rende i primi 45′ un vero incubo. I ritmi all’inizio sono lenti, l’analisi tattica regna tra le due metà campo e le due squadre si studiano; il Milan, però, tiene più palla e spinge maggiormente. Il Napoli ripiega, forse troppo, Bakayoko si becca un cartellino giallo, il quale successivamente sarà determinante per l’esito del match. Pura invenzione dell’arbitro Valeri? Chi lo sa. Si è conoscenza soltanto che al 20′ il gol di Ibra è stupendo, l’anticipo su Koulibaly è da fuoriclasse, la zuccata potente pure, il vantaggio degli ospiti giusto. L’ennesimo approccio sbagliato alla gara dal Napoli, il copione si ripete.
Nella ripresa gli azzurri partono benissimo, all’arrembaggio con il pari come obiettivo. Ma la beffa è scottante, poiché sono i rossoneri a trovare la strada del gol per la seconda volta: “gomitata alla Mike Tyson“, dirà Rino Gattuso nel post partita, assist al bacio di Rebic e ginocchiata vincente del solito bomber svedese. Il 2-0 è una percossa violenta, difficile da digerire ma il Napoli non molla e combatte ancora con il coltello tra i denti. Poco dopo, infatti, Mertens accorcia le distante, finalmente reattivo su un palla nel cuore dell’area di rigore. Ma il San Paolo, tutto d’un tratto, subisce un processo di congelamento, doppio giallo per Bakayoko e Valeri lo spedisce negli spogliatoi. Nel finale poi, come se non bastasse, un altro svedese, stavolta molto giovane, Jens Petter Hauge, sigilla il tris rossonero con uno splendido tocco sotto.
Caro Napoli, nella mente dei tifosi, partenopei e del calcio, navigano tanti interrogativi, inclini a venire alla luce o a cadere nell’oblio? Perché questo approccio al match sbagliato? Cosa non ha funzionato mister Gattuso? Come si spiega questa involuzione?