Sapete qual è la bellezza del calcio? È uno sport capace di arpionare ogni nesso della quotidianità, ma non solo; è affascinante anche l’attitudine posseduta di accalappiare ciascun rapporto esistente col campo del sapere. Esiste una teoria, quella della continuità paleolitica, di tipo etnolinguistico, elaborata in ambito glottologico e archeologico negli anni Novanta. Questa concezione sostiene l’esistenza di una continuità linguistica a partire dal paleolitico. Quesito ingenuo, questa teoria perché dovrebbe essere connessa all’universo calcistico? Allora è il sottoscritto a chiedervi, che cos’è l’oggetto di desiderio di molte squadre, la ricerca irrefrenabile di numerose compagini? Semplicemente, la continuità. Fin dalla nascita di questo sport, i club più potenti e vincenti hanno fatto sì che la continuità rappresentasse una delle armi più efficienti. E quale squadra più del Napoli al momento ha la necessità di trovare continuità?
Tre successi di fila in Serie A, gli azzurri sono riusciti a collezionarli una sola volta, ad inizio stagione, abbattendo Parma, Genoa e Atalanta consecutivamente. In mezzo, c’è stata la vicenda Juventus-Napoli, ufficialmente una sconfitta per i partenopei, almeno per il momento, per cui mai di fatto sono stati centrate tre vittorie ininterrotte. Nella giornata odierna una tale partita, contro la Sampdoria, era veramente complessa, ma quale momento migliore per ricercare, trovare ed agguantare questa dannata continuità?
Sebbene una mancanza di una vera presenza di quest’ultima, in Campionato il Napoli prosegue la sua marcia senza mezze misure: nessun pari dall’inizio della stagione per la compagine guidata da Rino Gattuso. I blucerchiati, invece, erano partiti con il piede giusto, sembrava destinata a compiere grandi imprese quest’anno, ma dalla quinta giornata è alla ricerca della vittoria; un lasso temporale oscuro per i doriani, costellato di sconfitte e pareggi.
Il Napoli è la squadra leader nella classifica dei clean sheet, insieme al Sassuolo: ben cinque volte il club azzurro ha abbandonato il terreno di gioco senza subire reti. Non solo, è anche al primo posto per numero di giocatori diversi mandati a segno. Ma per i partenopei non è abbastanza, non sono sufficienti queste statistiche a proiettarli in vetta, ed è per questo che gli azzurri contro la Sampdoria hanno tentato il tutto per tutto per trionfare, in un match davvero complesso.
Alle 15:00 della giornata odierna, Napoli e Sampdoria sono scese sul rettangolo verde del “Diego Armando Maradona“, mister Gattuso non ha sottovalutato l’impegno per ottenere la tanto ambita continuità. A difendere i pali degli azzurri è toccato al giovane Meret, hanno difeso la porta dell’estremo difensore italiano il tandem difensivo Koulibaly-Manolas; sulla corsia di destra il solito Di Lorenzo, su quella sinistra spazio a Faouzi Ghoulam. A centrocampo, accanto a Fabian, è tornato titolare Demme, protagonista di un ottimo periodo, quasi irrinunciabile. Il reparto offensivo è rimasto invariato, Mertens come centravanti, alle sue spalle Zielinski con il suo nuovo ruolo da trequartista, Lorenzo “il Magnifico” sulla sinistra, Politanto supera il ballottaggio con Lozano.
Pronti, partenza e via, il Napoli ha subito spinto il piede sull’acceleratore per tentare di sbloccare il match, per avvicinarsi ancor di più ai vertici della classifica e anche per omaggiare in modo perfetto la leggenda argentina, per la prima volta in Serie A al “Diego Armando Maradona“. I ritmi erano alti, gli animi accesi in campo, i calciatori hanno battagliato per tentare di trovare la rete.
I partenopei hanno spinto di più, provando anche a fare la partita, ma la Samp sapeva come colpire in contropiede ed è lì che stata letale: Verre ha accelerato e con l’esterno servito splendidamente Jankto, quest’ultimo ha approfittato della mancata uscita di Meret e lo ha freddato sotto porta. Il Doria è passato, dunque, a condurre, il Napoli non ha digerito l’amaro boccone. La compagine azzurra, però, si è infranta contro la barriera blucerchiata e il risultato rimane il medesimo nei primi ’45.
Nella ripresa mister Rino non ci ha pensato su due volte: fuori Fabian e un inoffensivo Politano, dentro all’intervallo Petagna e Lozano, con un Napoli sbilanciato in avanti. Gli equilibri sono cambiati, i risultati erano evidenti: Candreva ha perso un pallone sanguinoso al limite dell’area, Insigne ha recuperato, tocco verso Mertens, traversone docile in mezzo e “El Chucky” ha depositato in rete il gol del pareggio.
Il messicano era scatenato, sulla fascia destra sono rimaste ancora alcune fiamme lasciate dalle repentine cavalcate di Lozano. Ha messo la firma anche sul 2-1 dei partenopei, dopo il cross dalla destra, Petagna ha firmato la rete del vantaggio con la sua potente zuccata, Audero non ha scampo. Il punteggio è resistito fino alla fine e il Napoli ha vinto una partita importante. Che ne dite, continuità ritrovata?