Continuano gli atti vandalici nel cuore del centro storico di Napoli. Questa volta i writers hanno danneggiato un bene storico di enorme rilievo, la cappella Pontano, un piccolo tempio di epoca rinascimentale, fortemente voluto dal letterato Giovanni Pontano per accogliere la salma della moglie, Adriana Sassone.
Il monumento, ultimato nel 1492, è ricoperto di scritte effettuate con bombolette spray, un fenomeno diffuso in tutto il centro storico. I danni più evidenti riguardano la parte della struttura che affaccia su via Sole, nelle vicinanze del Decumano Superiore.
I writers hanno imbrattato la cappella nonostante la videosorveglianza presente in zona. Un comportamento che denota un’ estrema noncuranza, nonché indifferenza per la tutela delle opere artistiche della città.
Imbrattata la Cappella Pontano: un attacco al mondo dell’arte e della cultura
La cappella Pontano, un bene storico di enorme rilievo, segno dell’amore che univa il grande umanista alla consorte, è solo l’ultimo monumento ad essere stato preso di mira dai writers del centro storico. I trasgressori, infatti, agiscono senza curarsi dello sconfinato patrimonio artistico di Napoli.
Un gesto che denota un’estrema noncuranza delle regole e che si consuma silenziosamente sotto gli occhi dei tanti turisti che vivono Napoli in questi giorni.
Sul delicato tema della tutela dei beni storici partenopei interviene Giuseppe Serroni, presidente dell’associazione “I Sedili di Napoli”. Quest’ultimo dichiara: “Servono azioni di repressione di questo fenomeno perchè le normative ci sono ma in assenza di un più capillare e mirato controllo del territorio, i vandali che evidentemente odiano la città, continueranno a spadroneggiare sicuri della loro impunità. Facciamo appello al ministro della cultura per salvare quello che ancora resta del sito Unesco e perchè dia seguito all’impegno assunto nel corso di un convegno organizzato da diverse associazioni partenopee lo scorso 28 aprile”.
Un appello accorato, chiaro e sentito, volto a tutelare i beni storici di Napoli.