Le vicende storiche che condussera Napoleone all’ esilio all’ Elba sono note
Quello che per anni era stato Imperatore di mezza Europa fu ridotto a governante di una piccolissima isola, quasi uno scoglio, tra la Sardegna e la Corsica.
Ma perché non più lontano visto tutto ciò che la sua storia racconta?
Fu lo Zar Alessandro ad opporsi ad un esilio più duro,una forma fi rispetto per un vecchio amico.
Ad Elba il Francese fu accolto von gioia ensalutato con altrettanto rispetto.
Nei suoi 9 mesi di confino,infatti, seppe conquistate il cuore degli ebani,ma nel frattempo si preparava a partire.
Non una fuga affrettata e disorganizzata la sua,piuttosto un viaggio preparato nei minimi dettagli.
Tutto ha inizio i primi di febbraio quando, approfittando di un attracco forzoso dell’imbarcazione Inconstant, arenatasi nei pressi della rada di Portoferraio. Napoleone fiuta l’opportunità e con la scusa di doverla far riparare la riarma di cannoni e carica a bordo patate e acquavite e tutto ciò che poteva servirgli per il viaggio.
Il suo intento è quello di tornare in Francia dove, come gli raccontano le sue spie,la situazione richiede il suo intervento.
L’ attuale monarca non sarebbe in grado,secondo Napoleone, di gestire il paese.
Senza contare che da alcuni mesi non gli viene riconosciuta la pensione concordata all’ atto dell’ abdicazuone.
Il 26 febbraio 1815 ,alle sette di sera, con un piccolo esercito composto da 673 uomini, fra cui molti giovani delle famiglie elbane più in vista, Napoleane partì.
Arrivò in Francia il 1 marzo a ripr3ndersi il suo regno.
Al momento della partenza fu salutato con rispetto dagli abitanti dell’ Elba.
Il suo ritorno al potere però lo vide molto cambiato.
Aveva perso la sua proverbiale sicurezza, vedeva tradimenti ovunque pagava lo scotto di quanto accaduto e questoblo portò a fare errori che alla lunga gli furono fatali,ma questo è un altro racconto.