Il 18 ottobre 1889, muore l’inventore italiano Antonio Meucci.
L’invenzione più indispensabile dei nostri secoli, il telefono, senza non sapremmo cosa fare! L’invenzione deve la sua paternità ad Antonio Meucci.
Sapete che la sua invenzione deriva da un esperimento di tutto altro genere? Proprio cosi: attorno al 1848, Meucci stava conducendo degli esperimenti di elettroterapia su pazienti che soffrivano di reumatismi.
Durante il trattamento, un paziente emise un grido a causa della scarica elettrica troppo forte ricevuta. Meucci, che si trovava in un’altra stanza con tutta la strumentazione ai fini dell’esperimento,riuscì a sentire un suono non distinto.
Ripeté l’esperimento isolando la persona, ricevette di nuovo un suono. Da quel momento continuò con gli esperimenti, andò avanti così per mesi e mesi.
Meucci scoprì come trasmettere la voce attraverso un filo conduttore collegato a diverse batterie e diede a questa incredibile scoperta il nome “telegrafo parlante”.
Nel corso degli anni però, Antonio Meucci continuerà a mettere a punto miglioramenti per la sua invenzione, fino al brevetto finale, consegnato a New York.
Come funzionava il primo telefono di Antonio Meucci?
Il primo telefono, chiamato anche “telettrofono” era composto da due parti: un trasmettitore ed un ricevitore collegato tra loro da un filo e delle asticelle calamitate.
Quando veniva emesso un suono, o messaggio per meglio dire, la membrana trasmittente vibrava, alterando la corrente del magnete.
Questa alterazione viaggiava lungo il filo, e raggiungeva l’altra membrana, la vibrazione ricevuta permetteva poi di riprodurre il suono.
Problemi di Paternità per l’invenzione di Meucci
Meucci ha rischiato di non vedersi riconosciuta la sua invenzione, a causa delle ristrettezze economiche in cui verserà.
La questione andò così: Nel 1871, Meucci decise di depositare il brevetto del telettrofono ma non disponeva di 250 dollari per depositare un brevetto regolare.
Fu allora costretto a richiedere un caveat, ossia un brevetto rinnovabile annualmente al costo di 10 dollari.
Nel 1872, Meucci si rivolse all’American District Telegraph Co. di New York, per poter sperimentare il suo apparecchio sulle loro linee telegrafiche, e in quest’occasione conobbe Alexander Graham Bell, che all’epoca faceva da consulente alla compagnia.
Dopo aver promesso il suo aiuto, l’azienda però tergiversava con pretesti vari, così Meucci richiese la restituzione dei disegni consegnati, ma gli fu risposto che erano stati smarriti; inoltre Meucci non disponeva nemmeno di 10 dollari per rinnovare il caveat, cosa che permise a Bell di entrare in azione: nel 1876 Bell richiese un brevetto per il suo telefono elettrico.
Questo diede vita ad un acceso dibattito: da una parte Meucci, sostenuto dalla Globe Telephone Co. di New York, che affermava l’originalità della sua invenzione; dall’altra Bell, spalleggiato dalla Bell Telephone Company, che vantava i diritti garantiti dal brevetto.
Tale diatriba portò ad un processo che si concluse solo nel 1887, quando il giudice della Corte Distrettuale di New York concluse che: Meucci avrebbe realizzato un telefono meccanico, mentre Bell elettrico.
Morte di Antonio Meucci
L’inventore morì il 18 ottobre del 1889, nella città di New York.
Passerà il resto della sua vita a dimostrare la paternità della sua invenzione, ma questa avrà la vittoria parecchi anni dopo la sua morte: nel giugno del 2002, il Congresso degli Stati Uniti ha emanato la sentenza che mette un punto definitivo alla vicenda discussa per un secolo, e finalmente viene riconosciuto Antonio Meucci quale padre del telefono.