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Mostra al Bargello; il rapporto di Dante con Firenze

La mostra al Bargello su Dante Alighieri non si rivolge solo agli studiosi ma soprattutto al grande pubblico, in particolare ai bambini e ai ragazzi. La collaborazione istituzionale tra il museo e l’Università di Firenze è stata fondamentale per questa mostra.

E’ stata anche un’occasione formativa per studenti, dottorandi e giovani studiosi impegnati nel progetto.

In questa mostra sono esposti oltre a 50 manoscritti, anche opere d’arte provenienti da biblioteche, archivi e musei per rivivere e ricostruire il rapporto tra l’Alighieri e Firenze, dagli anni immediatamente successivi alla morte del poeta fino agli anni Cinquanta del Trecento.

L’esposizione è stata curata da Luca Azzetta, Sonia Chiodo e Teresa De Robertis ed è articolata in sei sezioni con opere provenienti dalla Galleria dell’Accademia di Firenze, dalla Biblioteca nazionale di Firenze, dalla Biblioteca Apostolica Vaticana, dalla Biblioteca nazionale di Francia di Parigi e dal Metropolitan Museum of Art di New York.

Per il presidente della Toscana, Eugenio Giani, si tratta di un “evento che nell’anno dantesco sarà tra quelli caratterizzanti la vita culturale di Firenze, della Toscana e di tutta l’Italia”.

Questa mostra spiega molto della vita e dell’opera del Sommo poeta e non poteva che essere esposta in uno dei luoghi fiorentini più importanti e inoltre questo avvenimento è ancora più prezioso in un momento di riapertura generale dopo la selva oscura della pandemia.

Nella Divina Commedia durante il viaggio nel regno dei morti la prima riflessione politica che Dante fa è proprio dedicata a Firenze e questa è un’ovvia dimostrazione di quanto questo argomento fosse importante per l’autore.

Dalla città di Firenze però Dante fu pure esiliato, infatti nella Divina Commedia essa è ripetutamente citata in tono nostalgico ma anche polemico specie per quanto riguarda le lotte politiche tra guelfi bianchi e guelfi neri di cui la città fu spiacevole scenario.