Serietà e testa alta, così è strutturato il “metodo Draghi”.
Nessuna pretesa o dimostrazione di autorità, giusta comunicazione, strategie basate sul buon senso, a favore dell’autorevolezza, alcuna ipocrisia o reticenza, questo è ciò che il neopremier Draghi sta dimostrando con il suo percorso politico, o per lo meno è ciò che si evince da quello che abbiamo avuto modo di vedere finora. A partire dal suo “whatever it takes”, che avrebbe dovuto assolvere una vera e propria funzione esemplificativa, a scapito invece di quella di mero motto alla quale è stato ridotto entrando nel lessico comune, soprattutto di politici, economisti e commentatori, racchiude in sé un vero e proprio valore di cambiamento. Il “whatever it takes” nasce in riferimento agli sforzi che la Bce avrebbe compiuto per difendere l’euro dalla crisi economica che stava colpendo l’eurozona. “Costi quel che costi” o “a ogni costo”, il significato.
Cambiare approccio, non dismettere mai il coraggio e la schiettezza sferzante dell’uomo della strada, questi gli elementi essenziali del nuovo panorama politico che si prospetta in Italia e non solo.
Nel panorama nazionale ci sono Regioni sottomesse ad alcuni centri di potere, dove più, dove meno, torbidi che mettono a rischio l’efficienza di un piano vaccinale saldo e solidale, rivolto alle categorie più fragili, sia per età che per patologie, sia a quelle più esposte al contagio. Ma la loro interferenza nociva non supererà l’ostacolo rappresentato dall’incontro programmato per la prossima settimana presso Palazzo Chigi.
Ma draghi ci vede lungo ed è attentissimo a tutto ciò che lo circonda, lapidario e conciso, come nella sottile critica rivolta riferendosi al gioco delle tre carte di AstraZeneca, “si ha l’impressione che alcune società, per non fare nomi, si siano vendute le cose due o tre volte”.
Inoltre, l’Europa non funziona, non solo per quanto riguarda le decisioni in ambito vaccinale, ma ci sono diverse consistenti falle anche sul fronte dell’immigrazione come dichiarato, tra l’altro, anche dal presidente francese Emmanuel Macron. L’Europa non è in grado di farsi rispettare, ma è ora di prendere provvedimenti, bisogna tenerne conto e pretendere un celere cambio di rotta, a partire dalle più piccole istituzioni politiche.
Il metodo Draghi non prevede, dunque, alcuno sconto. Ogni cosa deve necessariamente essere chiamata con il proprio vero nome, senza giri di parole, ambage, adattamenti o vergogna, sia per quanto riguarda tematiche come il condono fiscale delle cartelle esattoriali inevase, provvedimento appena preso dal governo, sia per quanto concerne invece l’inefficienza del sistema di riscossione italiano, fino a giungere alla lapidaria quanto decisa denuncia contro il comportamento delle case farmaceutiche additate di aver probabilmente venduto più volte le stesse forniture del vaccino.
Parole pesanti come pietre pronunciate con il sorriso sulle labbra, senza alcun astio o risentimento, questo è il metodo Draghi, basato su un linguaggio semplice, essenziale, ma sempre estremamente chiaro. Linguaggio tipico di Mario Draghi, una ventata di freschezza, una novità di alto valore politico, culturale ma anche morale nel panorama politico internazionale.