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Melur, il mistero della tigre della Malesia: com’è morta?

Melur, tigre della Malesia annegata in uno zoo. La protagonista di questa vicenda aveva soltanto undici mesi ed era il vanto dello zoo Negara Malaysia.

L’ipotesi che in questi giorni sta portando preoccupazione è quella che ad uccidere Melur sia stato un virus, e in particolare il CDV, sigla di Canine Distemper Virus. Si tratta di un RNA virus del genere Morbillivirus della famiglia Paramyxoviridae, e sarebbe praticamente lo stesso a causare il cimurro nei cani.

Secondo quanto riportato da “Il messaggero” il virus sarebbe già stato riscontrato nel luglio del 2019 in due tigri selvagge.

Melur era un cucciolo di tigre di soli undici mesi e aveva due fratelli, Hebat e Wira Melur, figlie delle tigri Kayla e Jati.

All’inizio si pensava che la tigre fosse morta semplicemente affogata nella pozza dell’area espositiva, dove in sostanza viveva, ed è proprio lì che è stata trovata senza vita. Ma questa ipotesi appare sempre più improbabile anche perché, com’è risaputo, le tigri sono delle ottime nuotatrici, con la tendenza anche a cacciare molto spesso in stagni o laghi, ed inoltre la pozza dove sarebbe ipoteticamente annegata era solo un piccolo bacino d’acqua.

Così The Rakyat Post diffonde la notizia per la quale la tigre sarebbe stata malata, come sopra descritto. Il virus che avrebbe contratto sarebbe caratterizzato da un’aggressività tale da renderlo fatale.

Ancora non è chiaro il motivo per il quale la versione ufficiale data per quanto riguarda il decesso di Melur sia quella dell’annegamento. Si pensa che ci sia preoccupazione anche per le altre tigri dello zoo che, nel caso in cui fosse stato il virus ad uccidere la tigre, potrebbero essere state contagiate.

Dunque per il momento non resta che attendere il responso di indagini più approfondite e sperare che non si tratti di una situazione così grave come si teme.

Gilda Caccavale
Gilda Caccavale
1996 - Laureata e specializzanda in scienze politiche. Da sempre appassionata di scrittura nella sua potenzialità di condividere e trasferire sottili intuizioni e prospettive, o irripetibili combinazioni dell'essere. Fermare la "visione" significa assistere l'evoluzione, e m'illumina d'immenso!